Savona. Si è avvalsa della facoltà di non rispondere Raffaella Cervetto, 43 anni, ex presidente provinciale della Fips (Federazione pesca sportiva), finita in carcere nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Savona su un giro di immigrazione clandestina che aveva già portato agli arresti di tre stranieri, i due tunisini, Farhat Aloui e Mahjoub Bejaoui, e l’albanese, Gentian Sabliqi.
Questa mattina si è svolto l’interrogatorio di garanzia davanti al gip del Tribunale di Savona Emilio Fois. La donna, assistita dal legale Francesco Giusto, ha deciso di non rispondere alle domande del giudice, che ha convalidato l’arresto pur riservandosi sulla conferma della misura di custodia cautelare in carcere. L’avvocato ha infatti chiesto una revoca per concedere alla donna almeno gli arresti domiciliari, in quanto non sussistono i pericoli di fuga o inquinamento delle prove.
La strategia difensiva è stata decisa in relazione alla mole di atti giudiziari da visionare, con la Cervetto che ha poi scelto come suo avvocato difensore Tiziano Gandolfo. Il gip scioglierà la riserva una volta sentito il parere del pm titolare dell’indagine, il sostituto Ubaldo Pelosi.
La donna e l’uomo albanese, con il supporto linguistico e logistico degli altri due, avrebbero agevolato l’arrivo degli immigrati attraverso contratti di lavoro fasulli. Secondo il quadro accusatorio a carico della Cervetto, la 43enne, assieme all’albanese, e con l’ausilio dei due tunisini, avrebbero agevolato l’arrivo degli immigrati attraverso contratti di lavoro fasulli, con cifre per rilascio della falsa documentazione che si aggiravano tra i 5 e 10 mila euro.