Cronaca

Immigrazione clandestina: Raffaella Cervetto e la politica, tra Commissione Pari Opportunità e indagine su false tessere Pdl

Raffaella Cervetto

Savona. Un anno fa esatto la nomina di Raffaella Cervetto nella Commissione Pari Opportunità della Provincia suscitava polemiche. Entrata nell’incarico in quota Idv, di fatto, lo stesso consigliere dipietrista Marco Caviglione che l’aveva nominata aveva sottolineato “di conoscerla a malapena”, anzi di averla conosciuta tramite l’amica, sempre dello stesso partito, Vincenzina Ascanio. Quest’ultima a sua volta aveva puntualizzato: “Gliela presentai perché la prendesse come paziente, da medico, ma dal punto di vista politico gli avevo detto di stare attento”.

La quarantatreenne savonese al centro dell’organizzazione di “passeurs” stroncata dalla polizia marittima è nota a Savona per i suoi legami con la politica e in particolare per l’indagine, nella quale è rimasta coinvolta, delle false iscrizioni al Pdl (tra le tessere “all’insaputa” era persino spuntata quella di un consigliere comunale del Pd). Presidente provinciale della Fips, la Federazione Pesca Sportiva di Savona, Raffaella Cervetto è stata al centro di alcune vicende giudiziarie.

Nel 2010 è stata condannata per una tentata truffa ai danni della Regione, per una istanza di contributi pubblici finalizzata al ripristino di immobili post-alluvione. Nel 2011 è stata assolta dall’accusa di essere una falsa ipovedente. Altri problemi giudiziari sono sorti per il ruolo di presidente della Fips per presunti ammanchi nella cassa della federazione (vicenda finita in prescrizione). Poi la questione delle false tessere del Pdl (un centinaio di iscrizioni online al partito nelle quali erano stati inseriti i nominativi più disparati), con tanto di perquisizione nell’abitazione dell’indagata.

La polizia di frontiera l’ha arrestata considerandola l’organizzatrice, insieme all’albanese Gentian Sabliqi, delle simulazioni di contratti di lavoro che consentivano ad immigrati di entrare nel Paese. I due, Cervetto e Sabliqi, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti chiedevano dai 5 ai 10 mila euro agli extracomunitari per le pratiche fasulle. La donna ha presentato le istanze in Prefettura a Cuneo dichiarando di voler assumere nel suo ristorante a Prato Nevoso cuochi, camerieri e lavapiatti. Con il complice albanese e atri tre arrestati, la donna deve rispondere di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

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