Cronaca

Caso “mensopoli”, problemi tecnici con le trascrizioni delle intercettazioni: processo rinviato

ristorazione mensa

Savona. Le trascrizioni delle intercettazioni relative all’indagine sul caso “mensopoli”. Doveva essere questo l’oggetto dell’udienza di oggi del processo che vede a giudizio, con l’accusa di turbativa d’asta, Alfonso Di Donato e Antonella Calò, rispettivamente ex dirigente e funzionaria dell’Asl 2 savonese (all’epoca dei fatti responsabile del settore appalti, ora dirigente del settore gestione privacy). In realtà, a causa di un problema tecnico (non è stato possibile aprire i file delle trascrizioni), non è stato possibile ascoltare la relazione del perito in aula e il processo è stato rinviato al prossimo 11 marzo.

Il procedimento prende le mosse dall’inchiesta sul giro di tangenti e favori intorno alle mense scolastiche genovesi e quelle ospedaliere dell’azienda sanitaria savonese. A chiedere il rinvio a giudizio per i due funzionari era stato il sostituto procuratore Chiara Maria Paolucci che aveva seguito le indagini relative alla vicenda. L’inchiesta della Procura aveva messo sotto la lente d’ingrandimento l’assegnazione del servizio ristorazione da 14 milioni alla “Alessio Carni” di Caresanablot (Vercelli), con una delibera poi annullata dal Tar su ricorso della “Pedus Dussman Service srl”.

In un primo momento il filone savonese dell’inchiesta era confluito nell’indagine genovese su “mensopoli”, ma il giudice del tribunale di Genova Marina Orsini si dichiarò incompetente per territorio a decidere su Di Donato e Calò (assistiti dagli avvocati Raimondo, Rubino, Mazzitelli e Piccone), inviando gli atti alla Procura di Savona.

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