Cronaca

Albissola, pestaggio e spari per strada: ecco i retroscena di una notte di follia e violenza

polizia e carabinieri

Albissola M. Ad armare le mani dei “pistoleri” che hanno scatenato il panico ad Albissola è stato James De Florio con il furto di due armi da fuoco portato a termine nell’abitazione di un novantenne al quale aveva fatto da badante fino a sei mesi prima. Un furto che l’anziano – residente a Savona, in corso Italia – aveva denunciato alla polizia proprio venerdì sera, prima che si scatenasse il Far West per le strade della vicina cittadina rivierasca.

E’ questo il prologo della nottata di follia che, intorno alle 3, ha avuto il suo culmine tra la discoteca “Soleluna” e le strade albissolesi con una prima rissa scoppiata all’interno del locale, una successiva minaccia con tanto di pistola contro il responsabile della sicurezza – che subirà un violento pestaggio che gli costerà la frattura della tibia – e la caccia ai malviventi conclusasi con tre arresti portati a termine in un’operazione in cui carabinieri e polizia hanno lavorato fianco a fianco.

Ma torniamo al furto di pistola. L’intento del colombiano De Florio era quello di utilizzare quella sottrazione a scopo di estorsione, per ottenere quindi dall’anziano soldi in cambio della restituzione delle due armi sottratte. I rapporti fra i due si erano fatti tesi al punto che, circa sei mesi fa, il novantenne aveva deciso di non volere più il colombiano come badante. Di qui, forse, un rancore mai sopito e la decisione di fargliela pagare.

Quelle pistole, poche ore dopo il furto, sono finite così nelle mani degli altri due protagonisti della nottata andata in scena ai “Soleluna”: l’albanese Klaudio Xhetani, 21 anni, e l’amico marocchino Hanaj Bouaz, di 20. I due vengono coinvolti infatti in una maxi rissa insieme ad altri 5 stranieri all’interno della discoteca e, mentre il marocchino decide di scappare, l’albanese viene allontanato con la forza dai buttafuori.

Ma la voglia di vendetta e l’eccitazione dovuta probabilmente al troppo alcol consumato, li fanno tornare indietro cinque minuti dopo con tanto di armi in pugno. “Fammi entrare altrimenti t’ammazzo” è l’ordine che Xhetani dà al capo della sicurezza del locale puntandogli la pistola alla testa. Roberto – questo il nome del buttafuori – ha però una pronta reazione, riesce a far cadere l’arma (che finisce poi nelle mani del marocchino) e porta avanti una violenta colluttazione con il malvivente, finendo a terra. Di qui, calci e pugni a ripetizione, che costeranno al responsabile della sicurezza la frattura della tibia, mentre i due alla fine scappano verso il sottopasso dell’Aurelia dal quale si sentiranno poi altri due spari.

Arrivano i carabinieri e scatta la caccia ai delinquenti. Bouaz verrà arrestato poco dopo, fino a quando, alle 7 del mattino, non fa la sua comparsa in caserma il colombiano chiedendo notizie del suo compagno di “avventure”. Qui viene riconosciuto dagli uomini del Radiomobile come probabile autore del furto delle pistole (grazie alle indicazioni fornite dall’anziano derubato) e viene avvisata la Squadra Mobile che, a sua volta, stava indagando proprio su quella sottrazione.

Di qui parte il lavoro congiunto tra polizia e carabinieri con una serie di riscontri che portano a un collegamento diretto fra i due (e fra il furto e la rissa ai “Soleluna”) e con Xhetani che, anche grazie alle immagini delle telecamere, verrà arrestato poco dopo. Le accuse sono di porto abusivo d’armi, lesioni e rissa per l’albanese e il marocchino, e di furto in abitazione e tentata estorsione per De Florio.

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