Università, inaugurato l’Anno Accademico: “Servono risorse, impegno dal nuovo governo”

genova università

Liguria. E’ stato inaugurato questa mattina, nell’aula magna dell’Albergo dei Poveri, l’Anno Accademico dell’Università degli Studi di Genova. Prima novità è il grande lavoro compiuto sulla sede di piazza Brignole, la cui aula magna è il doppio di quella di via Balbi, con ben 480 posti a sedere. Sono in totale 60 mila i metri quadri a disposizione, di cui attualmente utilizzati 15.600.

“E’ da molti anni che si lavora su questa sede, il risultato è davvero notevole e contiamo di andare avanti nonostante la carenza di risorse – ha esordito il Magnifico Rettore, Giacomo Deferrari – In un momento come questo, infatti, bisogna investire in tutti i sensi. Siamo tra il trentesimo e il quarantesimo posto per gli investimenti nell’università e nella ricerca e questo è intollerabile, anche visto l’ulteriore taglio ministeriale di quest’anno”.

Secondo il Rettore questo è il modo per destrutturare l’università pubblica. “Vogliamo lanciare un messaggio a chi ci governerà: la nuova università non può essere quella di adesso – ha proseguito – a Genova stiamo perdendo poco rispetto alla media nazionale, ma in Italia la perdita di studenti è notevole, i laureati sono pochissimi (21 ogni 100 abitanti) e quindi qualcosa bisogna fare”.

Dai dati si evidenzia anche un altro fattore. “Noi prepariamo ottimi laureati, che poi non trovando lavoro vanno all’estero e vi rimangono – ha dichiarato ancora il Rettore – Quel poco che spendiamo, quindi, lo perdiamo a favore di altre nazioni”.

In campagna elettorale non si sta parlando molto di istruzione e anche a Genova non manca la preoccupazione. “Ho sentito solo Vendola parlare di investimenti, ma altrimenti si stanno facendo poche promesse anche a livello elettorale. Noi, però, ci faremo sentire. Docenti e studenti lavoreranno insieme per ottenere risultati – ha continuato Deferrari – Vogliamo che l’università sia finanziata almeno a livello medio, dotata di autonomia e con un controllo ministeriale. Nel nostro caso, ad esempio, abbiamo fatto una politica di prepensionamento rilevante, abbiamo risanato il bilancio e adesso ci sono i soldi, ma una norma ministeriale ci impedisce di reclutare come vorremmo nuovi docenti nei settori dove c’è più necessità”.

Intanto diminuiscono le iscrizioni. “A Genova stiamo registrando il 2,7% in meno (qualche centinaio di studenti), contro il 3,3% a livello nazionale – ha concluso il Rettore – Credo che questo dipenda dalla situazione economica, perché se so che la mia famiglia non ha soldi e poi so che non troverò neanche il posto di lavoro una volta che mi sarò laureato, è evidente che questa non sia una buona prospettiva”. In totale gli iscritti a Genova sono 92.393 e i laureati nell’ultimo anno sono 6084.

La necessità di risorse è un elemento imprescindibile. “Serve un impegno immediato di chi intende governare il Paese per risolvere i problemi dell’università, tra cui non c’è solo quello finanziario – ha dichiarato il presidente del Crui, Marco Mancini – il decreto attuale lascia i problemi così come sono, mentre logica dovrebbe essere: prima i soldi e poi le leggi. L’ex ministro Profumo si è più volte impegnato in una logica riformista, ma pare che l’indifferenza del governo sui problemi dell’istruzione, sia stato la causa che ha impedito al nostro ministro di operare”.

Per Mancini questo sarà l’anno decisivo. “O ci risolleveremo o ci sarà il collasso”, ha concluso. Insomma, la speranza è che chi andrà al governo decida di investire maggiormente su università e ricerca, per consentire ai giovani di studiare, laurearsi e rimanere a lavorare in Italia”.

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