Quiliano. Il 17 aprile scorso, in primo grado, era stato condannato a due e due mesi di reclusione per incendio doloso e omicidio colposo. Questa mattina, in Appello, la sentenza che era stata emessa nei confronti di un trentaseienne di Quiliano, Andrea Colamatteo, è stata completamente ribaltata: l’imputato è stato infatti assolto perché il fatto non sussiste. Ad assisterlo nel processo di secondo grado, come era già accaduto in quello nel tribunale di Savona, è stato l’avvocato Gianfranco Nasuti insieme al collega Andrea Argenta.
I difensori dell’imputato avevano presentato ricorso rispetto alla sentenza di prima grado perché, a loro giudizio, dall’istruttoria effettuata nel corso del procedimento non era emersa alcuna responsabilità diretta a carico di Colamatteo. Secondo i legali, infatti, nessuno dei testimoni aveva potuto affermare che quella notte l’imputato avesse utilizzato fuochi pirotecnici e che si trovasse fisicamente sul terrazzo da dove furono sparati.
La Corte di Appello di Genova ha quindi accolto le istanze del ricorso presentate dalla difesa, ribaltando la sentenza di condanna con una assoluzione perché il fatto non sussiste.
L’episodio risaliva alla notte di Capodanno 2007 quando, sulle colline quilianesi e vadesi, divampò un terribile incendio in conseguenza del quale, oltre ad essere divorati 281 ettari di bosco, una donna di 78 anni, Olga Rocca, che abitava in via Termi (località Cà du Gumbu), perse la vita. Per quel rogo era finito nei guai proprio Colamatteo che, secondo quanto ricostruito nel corso degli accertamenti svolti dagli inquirenti, aveva lanciato dalla terrazza di casa sua alcuni razzi (una decina in tutto) per festeggiare il nuovo anno.
Uno dei razzi, caduto tra la vegetazione, avrebbe innescato appunto l’incendio. La morte di Olga Rocca era stata una conseguenza dell’incendio: il 2 gennaio 2007 infatti l’anziana, spaventata probabilmente dalle fiamme che stavano minacciando la sua casa, era uscita e si era allontanata nel bosco finendo per restare intrappolata dal fumo e dalle fiamme. Per lei purtroppo non c’era stato scampo. I carabinieri savonesi, nei giorni successivi all’incendio, avevano poi ritrovato i resti di alcuni “botti” ed eseguito una perquisizione domiciliare che avrebbe dimostrato che petardi e razzi erano esplosi dal balcone dell’abitazione dell’imputato. Da qui le accuse di omicidio colposo e incendio doloso.
Già nel corso del procedimento di primo grado era stato sollevato il dubbio che l’incendio per il quale era morta Olga Rocca non fosse lo stesso che si era originato dai razzi sparati dalla terrazza di Colamatteo. Un testimone aveva però spiegato che, secondo quanto rilevato dalla Forestale, sulle colline quilianesi e vadesi non c’erano stati più incendi nei giorni successivi a Capodanno. Il rogo nel quale era morta Olga Rocca per l’accusa sarebbe quindi lo stesso che era partito a causa dei razzi e che era stato dichiarato spento dai vigili del fuoco il 4 gennaio.