“Parliamo di legalità”: il Comune di Borghetto promuove un progetto per affrontare il tema della mafia

comune borghetto

Borghetto S.S. L’Amministrazione comunale di Borghetto ha avviato il progetto “Parliamo di Legalità”, un percorso di ampio respiro finalizzato ad approfondire i temi legalità e mafia. Il progetto sarà articolato in varie fasi e proporrà una serie di attività ed incontri, durante i quali questi temi verranno spiegati e contestualizzati. Protagonisti degli incontri saranno, di volta in volta, rappresentanti delle istituzioni, familiari di vittime, autori impegnati a divulgare la cultura della legalità. I primi due incontri si svolgeranno il prossimo 1 marzo e 12 aprile, secondo il programma di seguito dettagliato.

Venerdì 1 marzo i coniugi Vincenzo ed Augusta Agostino, congiuntamente a Gianluca Manca, porteranno la propria testimonianza di familiari di vittime di mafia. Nino Agostino, agente della polizia di Stato, venne trucidato, insieme alla moglie Ida Castelluccio, incinta di cinque mesi di una bambina, il 5 agosto del 1989 a Villagrazia di Carini. Tutto avvenne davanti alla villa di famiglia, Nino e Ida furono crivellati da due sicari in motocicletta, sotto gli occhi dei genitori Vincenzo ed Augusta. Dopo 21 anni, esecutori e mandanti sono ancora senza nome e senza volto, sul fascicolo relativo alle indagini venne infatti posto il vincolo del Segreto di Stato. Vincenzo e Augusta Agostino, genitori dell’agente, continuano a chiedere risposte allo Stato. Augusta non ha ancora tolto il lutto, chiede incessantemente verità e giustizia per suo figlio, chiede allo Stato di fare la sua parte in onore del sacrificio di Nino e a quelle persone che nascondo informazioni utili, di parlare.

Vincenzo è divenuto negli anni un’icona dei familiari delle vittime della mafia, lui, che da quel 5 agosto del 1989, non ha più tagliato barba e capelli che ora, bianchissimi, gli ricoprono il viso e le spalle. Ha giurato di farli crescere fino a quando non emergerà la verità.
Attilio Manca, di professione urologo, venne trovato morto in circostanze misteriose la mattina del 12 febbraio 2004, nel suo appartamento di Viterbo. La sua morte fu causata dall´assunzione di un cocktail di farmaci, eroina ed alcool. La procura di Viterbo, titolare delle indagini sulla morte del medico, ha chiesto per due volte l´archiviazione del caso come suicidio. La famiglia Manca, attraverso la voce del fratello Gianluca, si è opposta alla richiesta di archiviazione, evidenziando come diversi fatti inerenti gli ultimi mesi vita di Attilio smentiscano l´ipotesi del suicidio e rafforzino il sospetto che si sia trattato di un vero e proprio omicidio legato all´attività professionale di Attilio. Il giovane urologo si trovò infatti nell´anno 2003 ad operare in strutture ospedaliere del sud della Francia ed è stato accertato che il capo di Cosa Nostra, Bernardo Provenzano, si fece operare nell´ottobre 2003 in una clinica di Marsiglia.

Venerdì 12 aprile invece Salvatore Borsellino, fratello di Paolo Borsellino, racconterà la storia del magistrato che insieme all’amico e collega Giovanni Falcone
è considerato fra gli eroi simbolo della lotta alla mafia. Membro del pool antimafia, il 19 luglio 1992, dopo aver pranzato a Villagrazia con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, si recò insieme alla sua scorta in via D’Amelio, dove viveva sua madre. Una Fiat 126 parcheggiata nei pressi dell’abitazione della madre con circa 100 kg di esplosivo a bordo detonò al passaggio del giudice, uccidendo oltre a Paolo Borsellino anche i cinque agenti di scorta Emanuela Loi (prima donna della Polizia di Stato caduta in servizio), Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. L’unico sopravvissuto fu Antonino Vullo, scampato perché al momento della deflagrazione stava parcheggiando uno dei veicoli della scorta.

L’orazione funebre, pronunciata da Antonino Caponnetto, il vecchio giudice che diresse l’ufficio di Falcone e Borsellino, riassume il messaggio che il fratello Salvatore, da allora, cerca di divulgare: “Caro Paolo, la lotta che hai sostenuto dovrà diventare e diventerà la lotta di ciascuno di noi”.

“Il progetto ‘Parliamo di legalità’ nasce dalla volontà di divulgare la cultura della Legalità, della giustizia, della costituzionalità, come valore per le generazioni di oggi e di domani. Gli incontri organizzati, a favore delle Scuole e della cittadinanza, si pongono l’obiettivo di contribuire alla nostra crescita come persone e come cittadini e, come diceva Paolo Borsellino, ad identificarci nelle istituzioni fondamentali della vita associata e a riconoscerci in essa” spiega l’assessore alla cultura Maria Grazia Oliva.

Nell’ambito del progetto è stata allestita, presso la Biblioteca Civica, la vetrina della legalità con testi e materiale multimediale, per approfondire il tema legalità che quest’anno è anche oggetto della X edizione del Concorso “Leggendo si cresce”. Scadenza termine della presentazione elaborati 05 aprile 2013. Il bando è scaricabile dal sito del Sistema Bibliotecario della Valle Varatella: http://sbvv.tecaweb.it.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.