Savona. Un’interrogatorio fiume, durato quasi tre ore, e interrotto solo da una breve sospensione. Gianfranco Pistone, 50 anni, arrestato per corruzione e comparaggio insieme all’imprenditore medico carcarese Moreno Cavazzoli nell’ambito dell’inchiesta sulla ditta Innovative Pharma, questa mattina è stato interrogato dal giudice per le indagini preliminari Fiorenza Giorgi.
Pistone, accompagnato dai suoi legali, gli avvocati Massimo Leandro Boggio e Luigi Levati, ha scelto di non sottrarsi alle domande del giudice e, per ore, ha spiegato il suo punto di vista. Sul contenuto dell’interrogatorio, tenendo conto anche del fatto che il secondo indagato sarà interrogato venerdì, viene mantenuto il più stretto riserbo. I difensori dell’uomo, al termine dell’audizione, si sono limitati a precisare: “Riteniamo che abbia risposto in maniera plausibile, era molto provato dalla situazione e per questo abbiamo chiesto una sospensione dell’interrogatorio che ci è stata concessa. Per una ragione di riservatezza non aggiungiamo altro, ma possiamo dire che ha dato la sua versione dei fatti riepilogando quanto successo per ognuno degli episodi contestati”.
Secondo quanto trapela però, davanti al gip, Pistone avrebbe invocato un ruolo marginale nella vicenda e fatto qualche ammissione. In particolare l’indagato avrebbe spiegato che il malcostume di offrire benefit era soprattutto toscano e poi avrebbe ammesso che, per fare in modo che alcuni medici consigliassero di utilizzare i loro prodotti, erano state organizzate alcune cene e soggiorni in Sardegna.
Sempre questa mattina i difensori dell’uomo, come avevano già annunciato, hanno presentato un’istanza di scarcerazione o, in subordine, la trasformazione della misura cautelare in arresti domiciliari. Sull’opzione domiciliari il sostituto procuratore Daniela Pischetola, titolare dell’inchiesta, ha dato parere favorevole. Il gip si è poi riservato di decidere sulla richiesta nei prossimi giorni (è probabile che prima di accoglierla o respingerla voglia ascoltare anche Cavazzoli).
Secondo la Procura, Pistone e Cavazzoli, in qualità di soci della Innovative Pharma di Carcare e Pisa, avevano messo in piedi un giro di “benefit” illegali (cene, viaggi, assunzione di parenti, buoni benzina) con cui cercavano di convincere numerosi medici a prescrivere i loro prodotti. Un modus operandi che secondo gli inquirenti si inserisce nel reato di comparaggio, punito dalla legge italiana con un articolo di un Regio decreto del 1934. Inoltre ai due, trattandosi di medici, viene contestata anche la corruzione di incaricati di pubblico servizio che sarebbero stati indotti “a compiere atti contrari ai loro doveri di ufficio”.
Su questo punto però gli avvocati Paolo Brin e Valtero Moreno, difensori di Cavazzoli, hanno qualche perplessità: “I prodotti sono di libera vendita, non si tratta nemmeno di parafarmaci ma di integratori alimentari che potrebbero essere venduti sugli scaffali del supermercato: siamo sicuri che il medico che li prescrive su ricetta bianca sia un incaricato di pubblico servizio e che quindi ci sia corruzione?”.