Savona. Inchiesta Innovative Pharma: Gianfranco Pistone, 50 anni, e Moreno Cavazzoli, di 60, ottengono gli arresti domiciliari. La decisione del giudice per le indagini preliminari Fiorenza Giorgi è arrivata questa mattina proprio al termine dell’interrogatorio di Cavazzoli che, per quasi due ore, come già aveva fatto mercoledì Pistone, ha deciso di rispondere alle domande del magistrato.
I due imprenditori e titolari della Innovative Pharma (con sedi a Carcare e Pisa), che devono rispondere entrambi di corruzione e comparaggio per un giro di presunti benefit destinati ai medici per “agevolare” la prescrizione di integratori alimentari da parte della loro azienda, hanno così lasciato le rispettive celle nelle carceri di Savona ed Imperia. Nell’ottenere un’attenuazione della misura cautelare (anche il pm aveva dato parere favorevole) ha probabilmente giocato un ruolo determinante l’atteggiamento dei due indagati che non hanno scelto la via del silenzio.
Come già aveva fatto Pistone, infatti, stamattina anche Cavazzoli ha decido di parlare e di fornire la sua versione dei fatti. Sui contenuti dell’interrogatorio l’avvocato Paolo Brin, che con il collega Valtero Moreno difende Cavazzoli, si limita a dire: “Dalle intercettazioni risultavano delle telefonate ambigue, ma credo che il mio assistito abbia motivato molte cose e abbia quindi chiarito quali erano le varie situazioni. A nostro giudizio la sua posizione ne esce alleggerita”.
La tesi difensiva degli avvocati Brin e Moreno mira anche sostenere che i “favori” verso i medici non si configurino come accordi corruttivi, piuttosto come “aspettative”. Come dire che è lecito pensare che offrendo a diversi medici una cena questi possano decidere di prescrivere un farmaco piuttosto che un altro, ma non rappresenta una garanzia o un accordo.
Una visione che sembra però essere molto distante da quella della Procura che, al contrario, ritiene che i titolari della ditta farmaceutica avessero messo in piedi un vero e proprio sistema per corrompere i medici e far impennare le prescrizioni dei loro prodotti. Secondo il sostituto procuratore Daniela Pischetola che ha coordinato le indagini dei carabinieri dei Noe, i due titolari avevano “promesso”, e in molti casi effettivamente dato, benefit ai vari medici (almeno sette) coinvolti nella promozione degli integratori. Cene, buoni benzina, denaro in contanti, assunzioni di familiari e persino appoggio elettorale, vero o millantato, al medico valbormidese Amatore Morando (che nega nel modo più assoluto il suo coinvolgimento) poi eletto consigliere comunale di maggioranza a Cairo. Solo nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere ci sono 75 pagine di intercettazioni: telefonate compromettenti – secondo l’accusa – sulle quali la Procura ha chiesto e ottenuto l’arresto dei due indagati.
Pistone (assistito dagli avvocati Massimo Leandro Boggio e Luigi Levati), nel suo interrogatorio, avrebbe invocato un ruolo marginale nella vicenda, ma, di fronte alle contestazioni pressanti, agli stralci delle intercettazioni, avrebbe ammesso che i benefit sarebbero stati utilizzati per promuovere i prodotti. E sarebbe venuta fuori una vacanza di una settimana in Sardegna, una cena da 400 euro, pagata con una carta di credito di cui risulterebbe traccia in un messaggio sms arrivato sul suo telefonino.