Millesimo. Dalla plastica alla produzione di gasolio. La scoperta della Demont di Millesimo si avvia a completare la fase di sperimentazione del suo nuovo impianto realizzato, in via provvisoria, nei magazzini dello stabilimento valbormidese. Dopo aver ricevuto l’autorizzazione provvisoria per iniziare la fase sperimentale per la trasformazione della plastica in gasolio, ora la Demont dovrà fornire i dati a Provincia e Regione che per la certificazione della produzione dovranno effettuare alcuni controlli sull’impatto ambientale.
“Nel giro di due o tre mesi contiamo di completare questa fase sperimentale e aprire così la commercializzazione di questa nuova tecnologia grazie all’ingegnerizzazione dell’impianto e vedere così una possibile concreta possibilità di utilizzo” ha spiegato Mirko Garbero, responsabile Demont per l’impianto.
Partendo dai rifiuti plastici l’azienda di Millesimo ha infatti dimostrato che si può ottenere gasolio perfettamente in grado di essere utilizzato nelle autovetture presenti oggi sul mercato ad un costo nettamente inferiore a quello del gasolio tradizionale. Il procedimento sembra apparentemente semplice: dato che la plastica si ricava dal petrolio alla Demont hanno pensato di fare il procedimento inverso, ovvero ricavare il combustibile partendo dalla plastica. Al termine della reazione il prodotto finito potrebbe costare circa 15/20 centesimi al litro prima delle accise.
“Ovviamente sapevamo che dopo il servizio di Striscia la Notizia e di Capitan Ventosa si sarebbe aperta una breccia e che si sarebbe trovato riscontro rispetto a questa scoperta, come dimostra la stessa proposta arrivata dal sindaco di Giustenice sull’utilizzo della tecnologia per scaldare scuole o ospedali. Vedremo una volta terminato il periodo di sperimentazione, come è giusto che sia…”.
“E’ chiaro che la Demont non ha la location per poter ospitare in via definitiva un impianto del genere, per il quale servirebbe intavolare un nuovo iter amministrativo e autorizzativo con conferenze dei servizi e via libera al progetto, tuttavia non si esclude l’ingresso in un consorzio che possa lavorare per trasferire l’impianto e valutarne possibili azioni industriali” conclude Mirko Garbero.