Politica

Aromatiche di Albenga, il consigliere Passino: “Il marchio ‘riserva’ passi da Christensen agli ingauni con un disciplinare di produzione”

Alberto Passino

Albenga. “Senza voler entrare nella polemica sterile di chi sia ‘la città dei fiori’ se Albenga o San Remo, visto che a mio avviso entrambe ne hanno titolo, ognuna nelle proprie specialità in vaso, o reciso, coglierei però l’occasione per approfondire un’altro aspetto connesso alla produzione della piana, le aromatiche”. E’ la riflessione del consigliere d’opposizione albenganese Alberto Passino, che fa espone alcuni argomenti sui cosiddetti “aromi riserva” commercializzati con il marchio della città ingauna.

“Recentemente – spiega Passino – è emerso in un tavolo verde con le associazioni di categoria, l’esistenza di un vaso con stampigliato il logo del Comune e marchio privato registrato sotto il nome ‘aromi riserva’. In realtà questo vaso è stato realizzato da Christensen con il colosso Modiform, su un’idea di alcuni imprenditori del comparto agricolo albenganese. Fin qui non vi è nulla di strano, si può pensare ad un semplice investimento privato per poter ottimizzare il proprio lavoro-profitto. In realtà, le cose si complicano quando Christensen richiede di poter inserire il logo della città di Albenga e l’attuale amministrazione (senza alcuna convenzione siglata sino ad oggi) concede tale autorizzazione. Tant’è che da maggio-giugno 2011 il plesso dell’Ortofrutticola, unico punto vendita autorizzato nella piana, commercializza questo prodotto”.

“Già alcuni passaggi di questo processo produttivo sono poco lineari – dice il consigliere di “Albenga è” – ma l’esistenza di questi vasi è emersa solo intorno a giugno 2012, perché tale confezionamento è entrato nella catena di distribuzione. Precisando fin da subito che l’idea è molto affascinante e potenzialmente strategica per un comparto che come tutti, risente della crisi, bisogna però fare alcune considerazioni. Come è possibile che il Comune concordi la produzione di circa un milione di vasi con il suo logo stampigliato senza essersi confrontata con le associazioni di categoria, che ne sono i fruitori? Se la vera intenzione di questo prodotto di marketing è quella di valorizzare le nostre aromatiche a beneficio di tutti i coltivatori e commercianti, nonché pubblicizzare turisticamente Albenga città delle torri e dell’agricoltura, come si può pensare di entrare nei mercati con un vaso, che può essere anche bellissimo, ma che non garantisce la qualità ‘riserva’, che si pubblicizza e si vorrebbe dare al consumatore? Con questa superficialità dell’amministrazione, che ha contraddistinto tutta l’operazione, il rischio è di gettare tutto alle ortiche! Perciò con circa 700.000 vasi in coltivazione del primo stoke di Christensen, il risultato è che oggi non c’è un disciplinare che controlli la qualità delle aromatiche ‘aroma riserva’ che girando il mondo portano sopra il nome della città di Albenga”.

Prosegue il consigliere Passino: “Lancio fin d’ora una proposta che spero per il bene del comparto qualcuno colga al più presto, lavorare affinché questo marchio oggi proprietà di Christensen, possa divenire degli ingauni, scegliendo, come responsabile dell’attuazione del disciplinare e proprietario del marchio ‘aroma riserva’, non il Comune ma i coltivatori, con l’associazione preposta, la Floras, giustificando così a pieno titolo la presenza del suo codice a barre stampigliato anch’esso sul vaso in questione”. Garantita la qualità del prodotto grazie al disciplinare di produzione – conclude – è importante però mettere, a mio avviso, anche un tetto di produzione, per poter gestire al meglio la domanda di un prodotto di alta qualità, potendo incidere sui prezzi a beneficio della produzione stessa e della commercio locale; allora sì che una grande idea porterà grandi benefici economico-turistici ad Albenga e ai suoi contadini”.

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