Uso di cellulari e rischio tumori: l’agenzia Ue per l’ambiente rilancia l’allerta

Cellulare anti malattia

L’agenzia Ue per l’ambiente rilancia l’allerta a livello europeo sul tema cellulari, telefoni portatili e rischio tumori. Nel mondo si contano circa 5 miliardi di telefonini, circa 100 milioni solo in Italia, quasi due a testa. “Anche se non esiste chiarezza scientifica sulla relazione tra l’utilizzo del cellulare e tumori al cervello, da studi e ricerche è sempre più solida l’evidenza di questo legame” afferma Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell’Aea, in occasione del lancio dell’ultimo rapporto “Late Lessons from Early Warnings, volume 2”.

Nel documento vengono esaminati diversi casi dove gli allarmi sono stati ignorati, fino a quando il danno da nuove tecnologie o sostanza chimiche non è stato evidente. Di qui l’invito ad usare il principio di ‘precauzione’ per ridurre potenziali pericoli. Il rapporto dell’Aea ricorda il caso dell’ultima sentenza della Cassazione in Italia lo scorso ottobre, che ha riconosciuto “un ruolo almeno concausale” all’uso massiccio del cellulare (cioé diverse ore al giorno per un lungo periodo di anni), ad un manager malato di un tumore all’orecchio, ma anche il segnale inviato dall’Oms, che nel 2011 ha definito la possibilità che i campi elettromagnetici siano cancerogeni.

Sono gli under 20, secondo gli studi citati dal rapporto dell’Aea, la categoria più vulnerabile rispetto al rischio tumori all’orecchio e al cervello. “Sono preoccupata dall’esposizione generale di bambini e ragazzi, che ad esempio mettono il cellulare la notte sotto il cuscino e la loro attività del cervello è disturbata” spiega McGlade. “Secondo alcuni studi il cellulare – aggiunge il direttore dell’Aea – può rallentare lo sviluppo cognitivo dei teenager, perché ha un impatto maggiore” su una corteccia cerebrale più sottile e una testa più piccola, dove il cervello continua a svilupparsi fino ai 20 anni.

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