Economia

Uisv, Alessandro Berta neo-direttore: “Formazione, dialogo e far capire il ruolo delle imprese”

Savona. Ultimo giorno da direttore per Luciano Pasquale all’Unione Industriali, dopo un incarico trentennale. Il testimone passa ad Alessandro Berta, classe 1963. Berta ha ricoperto il ruolo di responsabile dell’ufficio legale dell’Uisv, oltre alla funzione di segretario della sezione terminalisti portuali e della sezione aziende della sanità. Ricopre inoltre ruoli esterni in iniziative correlate all’attività dell’Unione quali il Campus universitario di Savona, in qualità di vicepresidente e di amministratore delegato della Spes, e la Fondazione Istituto Tecnico Superiore per l’Efficienza Energetica, della quale è presidente.

Questi i propositi alla vigilia dell’insediamento: “Da un punto di vista generale con il dottor Pasquale, con Confindustria e gli imprenditori dell’associazione l’Unione Industriali rimane una struttura importante e radicata sul territorio – dice Berta – Si lavorerà in continuità senza strani salti di corsia. Certamente bisognerà trovare nuovi strumenti per stare vicino alle aziende. Partirò parlando con buona parte degli imprenditori per capire problematiche, aspettative e speranze, a partire dalle richieste sulla sburocratizzazione”.

“Ripartiremo con il lavoro sulla scuola e la formazione. Continueremo a seguire tutti i progetti, quelli noti come Maersk, Tirreno Power e Polo della Meccanica, e quelli meno noti quali Polo dell’Energia Sostenibile e le reti nascenti. Staremo vicini alle piccole e medie imprese che vogliono investire e ristrutturarsi. Una delle nostre funzioni sarà anche spiegare al territorio quanto è importante il ruolo dell’impresa, per esempio far comprendere che un pezzo meccanico che esce da un’officina, per esempio, crea benessere” aggiunge Berta.

“La nostra provincia è piccola e non possiamo vivere solo de nostro consumo: il turismo è fondamentale. Dall’altro canto dobbiamo mantenere un forte comparto industriale, anche di servizi avanzati, che non può essere meno del 20-25% del Pil provinciale, perché sotto quella soglia si rischia di diventare da produttivi a provincia assistita” conclude il nuovo direttore dell’Unione Industriali.

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