Cronaca

Andora, sequestro carne di coccodrillo da “Italo’s”. Enpa: “Questione di igiene, non solo di rispetto degli animali”

coccodrillo

Carne di pitone e coccodrillo di dubbia commestibilità e uno dei ristoranti più originali del Savonese finisce nei guai con un sequestro dei carabinieri del Nas di un chilo e mezzo di carne del valore di 300 mila euro. A ventiquattr’ore dalla “disavventursa” che ha colpito “Italo’s” di Andora arriva il commento dell’Enpa.

“La globalizzazione non ha portato bene agli animali: lo dimostra l’episodio di Andora, dove ad un ristoratore ‘innovativo’ è stata sequestrata dal benemerito NAS carne di pitone e coccodrillo” premettono i volontari. “Non critichiamo il ristorante Italo’s – dicono ancora – ma chi, frequentandolo e consumando la carne che offre, alimenta un traffico di carne esotica che contiene immense sofferenze per gli animali che ne erano legittimi proprietari. Si tratta infatti di animali o allevati in fattorie del terzo mondo dove rispetto e sensibilità sono parole sconosciute, o catturati in natura e quasi sempre uccisi in modo barbaro”.

“Purtroppo una moda stravagante sempre più diffusa attira soprattutto i giovani verso cibi esotici, come ad esempio il sushi originario dal Giappone, paese nella lista nera di ogni animalista per la caccia alle balene e l’importazione di tonno rosso mediterraneo che lo sta conducendo all’estinzione – continuano i volontari Enpa – Tornando al ristorante di Andora, chi ha visto gli allevamenti asiatici di coccodrilli e ha un minimo di rispetto per l’igiene, se non per gli animali, difficilmente ne mangerà la carne, anche se importata da un’asettica ditta tedesca”.

“Ma sarebbe bene cogliere l’occasione per riflettere anche sulla carne ‘comune’, per la cui produzione vengono consumati fiumi d’acqua e milioni di tonnellate di cereali, sottratti ad terzo mondo di uomini affamati e di foreste distrutte per crearvi le coltivazioni. Per non parlare infine della carne kasher e alal per ebrei e musulmani, ottenuta scannando gli animali senza preventivo stordimento, una pratica vietata in alcuni paesi civili del Nord Europa ma ancora consentita in Italia per una malintesa interpretazione dei precetti religiosi” . E la stoccata finale: Ma i piatti liguri vegetariani con prodotti dell’agricoltura locale no?”.

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