Sanità, arrivano i nuovi Lea: nel provvedimento freno alle prescrizioni non necessarie

ospedale, sanità

Giro di vite sulle prescrizioni facili. A mettere un freno ai troppi esami prescritti, che spesso nemmeno servono e che costano caro al Servizio sanitario nazionale, con controlli su almeno il 5% delle ricette e obbligo per il medico di motivare la prescrizione pena l’inutilizzabilità della ricetta ci penserà il nuovo provvedimento sui Livelli essenziali di assistenza (le circa seimila prestazioni e servizi garantite dalla sanità pubblica che attendevano da anni l’aggiornamento dopo la loro prima definizione del 2001).

Nel documento messo a punto dal ministro della Salute Renato Balduzzi, che ora dovrà passare il vaglio dell’Economia, e l’intesa con le Regioni (previo parere delle commissioni competenti che si possono esprimere anche a Camere sciolte) si prevede che anche la cura della ludopatia, così come indicato dal decreto “Sanita” e sviluppo passi a carico del Servizio sanitario, mentre si incentiva la pratica del “parto indolore”, anche se l’epidurale potrà essere messa a disposizione delle future mamme solo nelle strutture adeguatamente attrezzate (che abbiano, ad esempio, la presenza degli anestesisti) che le Regioni dovranno individuare, sviluppando appositi programmi per diffonderne l’utilizzo. Difficile quindi nei numerosi piccoli ospedali con punti nascita che fanno meno di 500 parti l’anno.

Ma nel nuovo panorama dell’offerta di sanità pubblica arriva anche il riconoscimento di 110 malattie rare, che da tempo attendevano di essere incluse, e cinque nuove patologie croniche: enfisema polmonare e broncopolmonite cronica, le osteomieliti (patologie infiammatorie delle ossa), le malattie renali croniche, il rene policistico autosomico dominante e la sarcoidosi al II, III e IV stadio, cioé malattie che interessano più tessuti e organi con formazioni di granulomi e che comportano problemi polmonari, cutanei e oculari.

Nei Lea entra anche la sindrome da Talidomide (un farmaco in commercio alla fine degli anni ’50 riconosciuto come causa di malformazioni gravi nei neonati). Per fare spazio a tutti questi nuovi ingressi, in una fase in cui le risorse sono scarse ed era inimmaginabile toccare i ‘saldì, si è puntato allora sui risparmi che si potranno (certamente) ottenere incidendo sulle prescrizioni di esami diagnostici inutili (ad esempio la risonanza magnetica per un dolore al ginocchio in pazienti molto avanti con l’età).

Con il provvedimento si punta infatti “sull’appropriatezza dell’assistenza specialistica ambulatoriale” con conseguente “riduzione degli oneri a carico del Ssn”. Le Regioni dovranno attivare “programmi di verifica sistematica” e per farlo saranno aiutate sia dall’obbligo per i medici di indicare nella prescrizione “il quesito o il sospetto diagnostico” che la giustifica, sia da apposite linee guida, che arriveranno dopo il varo definitivo, accompagnate “‘indicazioni prioritarie’ per la prescrizione di prestazioni di diagnostica strumentale frequentemente prescritte per indicazioni inappropriate”, che saranno quelle da controllare con più attenzione.

Le Regioni intanto bocciano i “Lea” proposti dal ministro Balduzzi. “Ogni iniziativa di politica sanitaria – dice il presidente della Conferenza Regioni Vasco Errani – deve poggiare su risorse certe e sul risultato del confronto Governo Regioni. Vanno evitati iniziative unilaterali e annunci non realizzabili, soprattutto in un settore delicato come la sanità. Il lavoro sui lea deve ancora cominciare l’iter nella Conferenza Stato-Regioni e ha bisogno di una condivisione che conti sull’intesa col Ministero dell’economia e le Regioni”.

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