“Salviamo il paesaggio”: solo 13 Comuni liguri hanno risposto al censimento del cemento, 4 in provincia di Savona

erzelli genova

Liguria. A dieci mesi dal lancio, nel febbraio 2012 da parte del Forum Nazionale “Salviamo il paesaggio” della campagna “Censimento del cemento”, rivolta a tutti i comuni italiani per frenare il consumo di suolo, il bilancio in Liguria è poco esaltante: nella nostra regione hanno aderito al censimento, ma spesso in modo lacunoso, solo 13 comuni su 235. Lo denuncia il coordinamento genovese di Salviamo il Paesaggio costituitosi a febbraio del 2012.

Oltre a seguire la campagna Censimento del cemento, Salviamo il Paesaggio svolge attività di formazione e informazione sui temi del territorio, segue i piani urbanistici dei comuni e le leggi regionali al fine di dare un contributo concreto e positivo alla riduzione del consumo di suolo. Sta anche redigendo, insieme ad altre organizzazioni, le osservazioni sulla legge regionale relativa ai terreni incolti.

“A distanza di 10 mesi le risposte dei Comuni italiani iniziano ad arrivare: non ci si aspettava un’accoglienza entusiasmante, ma la lentezza e la parzialità delle risposte da parte dei Comuni la dice lunga sulla reale volontà e condivisione dell’obiettivo della campagna -comemnta Salviamo il Paeseggio – avere una fotografia del suolo urbanizzato individuando la quantità di abitazioni e fabbricati vuoti, sfitti, non utilizzati, il loro stato (degrado o meno), le previsioni insediative, per poter pianificare la città avendo dati certi e rispondendo ai reali bisogni dei cittadini”.

In provincia di Savona hanno risposto solo: Celle Ligure che ha risposto il 13 maggio compilando la scheda quasi nella sua interezza, anche nella parte facoltativa. In questa scheda risulta una previsione di nuovi abitanti pari al +9,4% (506 su 5386). Dati del 2012; e poi Murialdo, Rialto e Borghetto Santo Spirito, in alcuni casi in modo incompleto.

“E’ chiaro che, fatta qualche eccezione, le amministrazioni pubbliche non hanno interesse, né sensibilità a seguire un percorso aperto, trasparente e di riduzione del consumo di suolo – commenta il Forum – vuoi per minori introiti dagli oneri di urbanizzazione, vuoi per una vecchia cultura ‘sviluppista’ che lega nuovi volumi alla crescita economica, concetto, ormai smentito dai fatti e poco lungimirante. Continueremo ad insistere affinché gli amministratori e gli uffici comunali entrino in un’ottica di piano urbanistico a crescita zero”. Il Forum sta inoltre preparando una proposta di legge di iniziativa popolare, volta a sostenere “quei Comuni virtuosi che rinunciano agli oneri di urbanizzazione per tutelare il territorio”.

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