Savona. Truffa e crac dell’agenzia “Liguriassicura” di Albenga: due degli imputati, Angelo Parodi e la sua socia Sonia Albano, hanno deciso di patteggiare. L’accordo sul patteggiamento è stato raggiunto questa mattina in udienza preliminare davanti al giudice Fiorenza Giorgi. Per le altre persone finite nei guai per la vicenda del maxiraggiro, i figli di Parodi Michael e Mattia, Salvatore Galati, di Albenga, e Maria Antonietta Galati, di Borghetto, il pm ha invece chiesto il rinvio a giudizio e una decisione è attesa per la prossima udienza, fissata il 3 aprile prossimo. In quella data veranno anche definiti i patteggiamenti di Angelo Parodi e Sonia Albana che sono già stati concordati: due anni di reclusione per il primo, un anno e tre mesi per la seconda.
Di questa storia si erano occupate perfino le telecamere delle Iene che, qualche mese fa, avevano inseguito a lungo Angelo e Michael Parodi, padre e figlio, che si erano accusati a vicenda di essere i protagonisti del colossale raggiro. Polizze Rc Auto false, a centinaia, forse più; un milione e mezzo di euro investiti in polizze vita, spariti nel nulla; il rischio per centinaia di automobilisti che hanno circolato per mesi, in alcuni casi anche anni con i loro veicoli credendo di essere assicurati (e non lo erano). Una maxitruffa che gli inviati di Italia Uno avevano intitolato “Scappati con la cassa”.
Il “grosso” dell’inchiesta, per i soli capi d’imputazione, occupa 33 pagine la cui lettura è illuminante, ancorché prodotta “soltanto” dall’accusa. Ai sei indagati principali viene contestato, ad esempio, di aver falsificato i certificati d’iscrizione al club “Ruote d’Epoca Riviera dei Fiori” per ottenere assicurazioni a prezzi ridotti per inesistenti veicoli d’epoca. Il tutto per circa 250 assicurati.
Soltanto di premi incassati dai clienti e mai trasmessi alle varie compagnie assicurative per polizze Rc Auto, quindi, inefficaci, i Parodi & C. sono accusati di aver intascato circa mezzo milione di euro, raggirando una novantina di assicurati e le stesse compagnie: Milano, Ergo, Quixa, Duomo, Fondiaria. Ma il “colpo grosso” sarebbe stato le polizze vita e gli investimenti. Qui le somme ricevute dai clienti variano dalle poche migliaia di euro a versamenti da 150-200 mila euro alla volta. Sommando i vari capi d’accusa si arriva a un milione e mezzo di euro.
Nel procedimento, ma in posizione marginale, compare anche il nome dell’avvocato albenganese Alessandro Cocco (assistito dal collega Carlo Manti) che, in un primo momento, sembrava essere coinvolto in un episodio di minacce nei confronti di un investitore, e al quale invece è contestata l’accusa di aver trattenuto la documentazione medica di una cliente. Cocco ha chiesto di essere giudicato con un rito abbreviato condizionato e anche per lui la sentenza è attesa per il 3 aprile.
Il legale, in relazione a questa accusa, aveva precisato così la sua posizione: “Ciò che in realtà è accaduto è che una cliente per la quale seguivo le pratiche inerenti due incidenti stradali, non reperendomi sul cellulare nel mese di agosto, periodo di sospensione feriale dei procedimenti giudiziari quindi per gli avvocati ferie, presentava denuncia qualificata quale appropriazione indebita di documentazione medica. Nel mese di settembre, preso contatto con detta cliente, chiarivo con la stessa la situazione e ricevevo conferma dell’incarico. Procedevo infatti alla definizione di una delle due pratiche ed instauravo azione giudiziaria per la seconda. La stessa cliente mi confermava la remissione della querela portata avanti dalla Procura in quanto procedibile d’Ufficio”.