Politica

Anna Giacobbe in corsa per le primarie parlamentari Pd: “La mia esperienza per il valore del lavoro”

Savona. Anna Giacobbe è pronta per affrontare le primarie parlamentari del Pd. Stamane al Campus di Legino la presentazione della propria candidatura per l’appuntamento del 29 e 30 dicembre.

“Mi sono occupata per tanti anni dei lavoratori e di chi il lavoro lo perde, nonché dei pensionati – sottolinea la sindacalista della Cgil – Ritengo di poter mettere a frutto questa esperienza in una sede, quella del parlamento, dove si assumono decisioni importanti. Parlo del valore del lavoro in termini generali, non solo di quello dipendente. Dall’operaio all’artigiano, dall’architetto all’imprenditore al commerciante sono tutte persone in grave difficoltà con la crisi economica”.

“La campagna elettorale per le primarie – prosegue – sarà per forza breve, ma sarà impostata al contatto diretto con le persone. Questa è un’occasione non per rinnovare antagonismi, ma anzi per rinnovare la concilizione, all’interno del Pd, delle diverse esperienze e tradizioni. In questa competizione ciascuno cercherà di far valere i propri talenti”.

“Credo che le cose che ho imparato mi possano aiutare a fare la mia parte in un lavoro difficile, quello per cui chiedo di essere sottoposta al giudizio dei nostri elettori e poi da loro ricevere un mandato – aggiunge Anna Giacobbe – Senza creare illusioni e senza negare le enormi difficoltà che abbiamo davanti, ma con la determinazione necessaria per contribuire a riaprire delle speranze e rendere possibile il cambiamento”.

“La situazione che viviamo, così complicata e inedita, richiede senso di responsabile e realismo, ma senso di responsabilità e realismo devono essere strumenti del cambiamento, perché solo se facciamo sentire questo alle persone, alle comunità, siamo in grado di rendere quelle persone, quelle comunità, protagoniste di una fase dura, difficile, non in discesa, anzi” osserva.

“Metto a disposizione di un lavoro collettivo e solidale le cose che ho imparato, scegliendo di superare il ‘confine’ di una appartenenza (l’appartenenza alla rappresentanza del lavoro dipendente) di cui vado fiera, ma della quale conosco e riconoscono non solo i limiti, oggi, ma ‘il limite’, la parzialità, per quanto si tratti di rappresentanza generale e non corporativa del lavoro. Metto a disposizione una consuetudine di disponibilità e tenacia, una abitudine a lavorare, se posso mettermi qualche medaglia. Mi impegno a rimanere ‘una di noi’, a rimanere in contatto, a rendere conto di quel che farò, di come spenderò i soldi pubblici che mi verranno assegnati per quelle funzioni” conclude.

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