Albenga. “Da che pulpito si parla di coerenza. Non amo intromettermi nelle questioni interne ad altri partiti e non sono solita entrare nel merito del dibattito politico-partitico, tuttavia ritengo necessario intervenire riguardo alcune diatribe che, oltre ad apparire sui giornali, si consumano anche dentro al Consiglio comunale”. Rosy Guarnieri, sindaco di Albenga, commenta le recenti dichiarazioni rilasciate dal consigliere comunale Alberto Passino contro l’assessore Eraldo Ciangherotti.
“Ho trovato alquanto singolari le dichiarazioni rivolte all’assessore Ciangherotti da esponenti politici quali Vincenzo Munì o Alberto Passino – prosegue il sindaco -. Oggi così strenui avvocati difensori del Partito democratico. Forse si sono già dimenticati di aver loro stessi in passato manifestato, a loro modo, un certo disappunto verso il Pd: il primo, più coraggioso, attraverso la militanza nell’Italia dei Valori e la candidatura nelle sue liste; il secondo, meno audace, che nel 2010, mentre già si prospettava il fenomeno dell’antipolitica, ha scelto lo specchietto della lista civica, rappresentante un movimento sempre meno civico e sempre più politico. Mentre lui in Consiglio comunale rappresenta Albengaè, nel Pd rappresenta Renzi”.
“E gli altri suoi compagni di lista civica (e non mi riferisco al consigliere Varalli, forse l’unico privo di affiliazione partitica) fanno tutti capo ad un diverso campanile – aggiunge Guarnieri -: chi nell’Italia dei Valori, chi Sel, chi strizza l’occhio al Movimento 5 Stelle. Mi chiedo cosa ci sia rimasto di civico, in un gruppo che, già a livello dirigenziale, vede persone da sempre sostenitrici del Pd e partecipanti attive alla vita del centrosinistra. Chi si era presentato come colomba, insomma, oggi non è più tale”.
“Dal 1997 ad oggi – sottolinea il sindaco di Albenga -, milito orgogliosamente in un movimento, la Lega Nord e, a differenza di altri, non mi sono mai vergognata di esserne parte. Anzi, sono fiera di essere rimasta fedele agli ideali e ai valori fondanti anche nei momenti difficili, purtroppo causati da poche persone, prontamente allontanate ed espulse, senza esclusioni né trattamenti di favore, dal momento che una di queste era persino figlio del capo e fondatore”.
“È evidente – conclude – che non tutti, in politica, possono dichiarare e vantare la medesima coerenza. E al posto di criticare o puntare il dito sugli altri, sarebbe meglio che si guardassero in casa propria: il consigliere Passino elimini del tutto ogni ambiguità, abbia il coraggio di uscire allo scoperto, di dichiarare la sua vera natura, e di togliersi definitivamente la maschera civica”.