Albenga. Chi lavora la terra deve essere il primo a prendersene cura. Lo sa bene il neo presidente di Coldiretti Savona, Gerolamo Calleri, che parla di un futuro del settore che non può essere scisso da due semplici concetti come innovazione e rispetto per l’ambiente. Solo così, dice, si potrà superare la crisi che investe un settore vitale per l’economia del territorio, soprattutto albenganese.
“Parte una stagione nuova per Coldiretti ma che sarà anche all’insegna della continuità con chi mi ha preceduto – spiega Calleri facendo riferimento alla presidenza di Paolo Calcagno – Continueremo a puntare su una politica adottata in questi anni, e che si basa su un collegamento diretto tra produzione e consumatore finale. Basti pensare a ‘Campagna Amica’ o ai prodotti ‘a km 0’, ad accordi diretti tra produttori e consumatori per assicurare loro un prodotto sicuro, italiano, certificato e che non arriva da altri Paesi dove non sappiamo che tipo di manodopera si utilizzi né come avvenga la produzione”.
“La crisi c’è e si combatte con l’innovazione. Lo vediamo ad Albenga dove un tempo la coltivazioni a serra calda erano predominanti, ora invece quella produzione è ai minimi a causa del caro gasolio che oggi si attesta a 1 euro al litro per gli agricoltori. Un vero salasso. Bisogna dunque puntare sulle nuove tecnologie, come il riscaldamento a biomasse o il fotovoltaico, dando così un senso concreto al concetto di ecologia di cui tanto si parla. Ecco, noi renderemo quel concetto astratto in realtà concreta” conclude il neo presidente.
Gerolamo Calleri, 51 anni sposato con due figlie, floricoltore per scelta e per passione, già al termine delle scuole superiori ha deciso di lavorare nell’azienda familiare insieme al fratello Claudio. Negli anni ’80 fece la scelta di iniziare la coltivazione di orchidee, che continua tuttora, con la produzione di phalaenopsis in vaso, oltre a piante fiorite da serra calda, basilico in vaso, margherite e piante fiorite per esterno.
Imprenditore con spiccate doti di innovazione, nel 2007 ha attivato la prima centrale a biomasse, in Liguria, ad emissioni zero per riscaldare le serre diventando, per l’albenganese e non solo, un riferimento per tutte quelle aziende florovivaistiche che volevano continuare a produrre colture da serra calda.
Già presidente di Floras (associazione per la promozione florovivaistica) si è particolarmente distinto per l’impegno profuso nella promozione sui mercati esteri della produzione floricola locale partecipando a numerose fiere internazionali.