Savona. Il caso della misura di prevenzione finalizzata alla confisca dei beni chiesta dalla Procura di Savona nei confronti di Antonio Fameli è tornato in aula. Questa mattina infatti, davanti al Collegio del Tribunale riunito in camera di consiglio, le parti hanno esposto le loro argomentazioni: prima la parola è andata al pm Danilo Ceccarelli, poi, nel pomeriggio, è stata la volta della difesa.
La richiesta di confiscare i beni di Fameli, gli stessi che sono già sotto sequestro preventivo su disposizione del gip, è stata presentata dalla Procura di Savona nel marzo scorso. Per il momento il tribunale non si è ancora espresso sulla misura: ascoltate le argomentazioni delle parti si è riservato di decidere e il verdetto dovrebbe arrivare in una quindicina di giorni.
La richiesta della confisca è collegata con l’inchiesta sull’operazione “Carioca” (quella che ha portato Fameli in manette con le accuse di riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, reati tributari, attività abusiva di intermediazione finanziaria e falso in atti notarili), ma è comunque un procedimento a parte. La decisione di presentare una richiesta di misura di prevenzione infatti era scattata a margine di quell’operazione.
I beni che verrebbero colpiti da una eventuale confisca sono 44 immobili tra terreni e abitazioni a Loano, Boissano e Borghetto, ma anche società straniere per un valore totale che supera i 10 milioni di euro.