Politica

Giannino a Savona, Marson al Pdl: “La società chiede rappresentanza, gli attuali partiti non riescono a darla”

Savona. Il successo della serata con Oscar Giannino a Savona ha creato non pochi mal di pancia tra i berlusconiani, soprattutto fra coloro che hanno visto Paolo Marson come deus ex macchina dell’evento e dell’insediamento di “Fermare il declino” nella provincia. Critiche aperte sono arrivate da Matteo Debenedetti, consigliere del Pdl di Vado e coordinatore a Savona del partito, e da Ileana Romagnoli, consigliere comunale a Palazzo Sisto: gli esponenti del Popolo della Libertà temono che l’avvocato stia “capitalizzando” la sua immagine legata al centrodestra, senza chiarire pubblicamente la sua dissociazione dal partito.

“Ho cessato qualsiasi ruolo a maggio e quindi non coltivo alcun rapporto organico con il Pdl – spiega Marson – ‘Fermare il declino’ è un movimento d’opinione. Le mie dimissioni sono state date ai livelli ai quali riferivo all’epoca. Se poi nel Pdl non c’è comunicazione, questa è la dimostrazione della sua sostanziale dissoluzione”.

Ormai archiviata la sfida da candidato sindaco nel 2011 a Savona, ma per il Pdl, che nell’occasione lo aveva supportato, Marson doveva rassegnare le dimissioni direttamente al partito e non solo al suo referente Silvano Montaldo, come ha fatto l’11 maggio scorso. “Io sono stato candidato civico di una lista civica, sostenuta dal Pdl come uno degli alleati. Ma non c’è pertinenza, ora, con quell’esperienza. Stiamo parlando di un movimento su come si fa e si deve fare la politica. Ponevo questo tema già all’interno della lista civica. C’è una parte di società civile che richiede rappresentanza e noi dobbiamo fornire risposte”.

Giannino, anche a Savona, ha parlato di “morte del Pdl”. Senza mezzi termini. Ed ha ribadito il manifesto di “Fermare il declino”: “La classe politica emersa dalla crisi del 1992-94, tranne poche eccezioni individuali, ha fallito: deve essere sostituita perché è parte e causa di quel declino sociale che vogliamo fermare. L’Italia può e vuole crescere nuovamente”.

Prosegue l’avvocato Marson: “Se gli attuali partiti non riescono a dare rappresentanza, è un problema loro. Sono felice di non partecipare ai dibattiti esclusivamente funzionali a chi candidare e per che cosa. Sono discussioni sterili. Il Pdl è un’esperienza chiusa, con cose buone e non: bisogna avere la capacità critica di valutarle”.

“Il problema largamente irrisolto nel centrodestra oggi è l’incognita della direzione e di chi rappresenta in realtà. Per ora non intendo svolgere un ruolo attivo nella politica” conclude Marson.

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