Liguria. Sono tredici i prodotti dell’agroalimentare che raccontano la Liguria di qualità. Straordinarie produzioni di nicchia ma a rischio di estinzione e per questo tutelate, in collaborazione con la Regione Liguria, dai Presìdi Slow Food e ospiti del Salone Internazionale del Gusto e Terra Madre, inaugurato in mattinata a Torino Lingotto, presente l’assessore all’Agricoltura Giovanni Barbagallo.
Nella guida di Slow Food dedicata a questo “tesoretto”, presentata al Salone, oltre ai produttori, autentici custodi dei territori, figura anche l’elenco dei ristoranti e delle osterie d’Italia che aderiscono all’alleanza tra i cuochi e i presìdi, una rete di chef per condividere l’impegno di dare spazio e visibilità nei menu ai custodi della biodiversità.
Valleggia, comune di Quiliano, nel Savonese, il presìdio Slow Food è della locale albicocca, – l’Albicocca di Valleggia -, già presente nella zona alla fine dell’800. Due cooperative con una trentina di produttori rispettano un disciplinare di coltivazione severo e selezionano i frutti migliori. Albenga entra nei presìdi con l’asparago violetto, una varietà molto pregiata e unica al mondo, molto diffusa negli anni Trenta, oggi quasi completamente abbandonata e recuperata con tanta fatica e alti costi da alcuni produttori della piana ingauna.
L’elenco prosegue con la castagna essiccata negli antichi tecci di pietra Calizzano e Murialdo, in Val Bormida, il Chinotto di Savona, originario della Cina, trapianto nel Cinquecento in Liguria da un navigatore savonese, con una produzione molto diffusa nell’800 durata fino agli anni Venti, i Cicciarelli di Noli, la cui pesca è recentemente entrata nelle “maglie” e nei limiti dei regolamenti Ue.