Politica

Rimpasto Albenga, la minoranza: “Spettacolo imbarazzante. Stangata Imu per i cittadini”

Consiglio comunale Albenga

Albenga. “Allargamento della maggioranza? Nasce, ammesso che nasca, sotto i peggiori presupposti. Tanto che nello stesso schieramento guidato dal sindaco Guarnieri si è ripetutamente e pubblicamente affermato che l’allargamento è ostaggio di condizionamenti su alcune pratiche urbanistiche e per pagare delle indennità mensili. Veramente una pessima immagine sul piano amministrativo e morale”: questo il commento di Mariangelo Vio, capogruppo del Pd all’interno del parlamentino ingauno, a poche ore dal consiglio comunale pre rimpasto.

“Questa maggioranza è finita – aggiunge l’ex sindaco Antonello Tabbò – ed è ora che la parola torni ai cittadini. Siamo in presenza di un gruppo, guidato da Guarnieri, privo di progetti politici e di rapporti personali civili. E’ sotto gli occhi di tutti, gli albenganesi sono stufi di assistere a questo spettacolo”.

A defilarsi dall’esecutivo, ieri, sono stati il vicesindaco Mauro Vannucci, Diego Distilo, Ubaldo Pastorino e Carlo Parodi, mentre con la propria carica intatta si sono presentati nel parlamentino ingauno Eraldo Ciangherotti e Manlio Boscaglia. Ed è proprio con l’assessore ai Servizi Sociali che, fino a poche ore fa, tuonava contro l’ipotesi di allargare la maggioranza ai dissidenti Silvio Cangialosi (futuro assessore) e Gianni Pollio (cui andrebbe la presidenza del consiglio comunale), che se la prende la minoranza.

“Durante la seduta del Consiglio Comunale di ieri sera, il prode Eraldo, che fino all’altro ieri tuonava furioso e pieno di sacro furore etico contro l’operazione di azzeramento della Giunta ed allargamento della maggioranza ai consiglieri Pollio e Cangialosi, voluta dal sindaco e dai vertici del PDL, pur sollecitato a spiegare le ragioni del suo contrasto all’operazione, ha ostinatamente taciuto” sottolinea il consigliere Pd Giuseppe Pelosi.

“A questo punto, il silenzio di Ciangherotti e dei consiglieri a lui fedeli, Geddo e Bessone, desta qualche sospetto sulle reali intenzioni di Eraldo e company – continua Pelosi – Il sospetto che tutta la manfrina sui ‘profughi e traditori’ Pollio e Cangialosi ritornati all’ovile con la benedizione evangelica della Rosy e l’uccisione del vitello grasso (la vecchia Giunta) per accoglierli, sia dovuta più ad cinico calcolo politico per mantenere la carica di assessore che a reali intenzioni moralizzatrici”.

“L’Eraldo mi ricorda una poesia che ebbi a leggere durante la mia adolescenza: La ‘Ballata del Prode Anselmo’ che essendo molto scaltro, andò in guerra e mise l’elmo/ mise l’elmo sulla testa per non farsi troppo mal/ e partì, la lancia in resta a cavallo d’un caval. / La sua bella che abbracciollo / gli diè un bacio e disse :Và/ e poneagli ad armacollo la fiaschetta del mistrà/ Poi donatogli un anello / sacro pegno di sua fè/ gli metteva nel fardello/ fin le pezze per i piè/. Ogni riferimento a Sindaco, Eraldo e riconferma nella carica è consentito” conclude il consigliere ingauno del Pd.

La minoranza tutta si mostra poi compatta sul tema dell’Imu, discusso ieri in consiglio: “Con buona pace di chi credeva che la Lega Nord sulla tassazione IMU facesse le barricate o quantomeno si impegnasse a rendere più sopportabile l’onere a carico delle famiglie albenganesi, può ora toccare con mano quanto quella posizione di ostilità, se non di rigetto dell’IMU, sbandierata ai quattro venti, dal sindaco leghista di Albenga, con tanto di manifesti in giro per la città, fosse la solita sceneggiata per gabbare gli elettori”.

“Infatti nel Consiglio Comunale di ieri sera il sindaco e la maggioranza hanno fortemente voluto e votato, senza dissensi apparenti al loro interno, una delibera di determinazione delle aliquote IMU che porta la tassazione sulla casa al livello massimo consentito dalla legge: 4 per mille sulla prima casa e 10,6 per mille sulle seconde case. A nulla sono valse le proposte del Gruppo Consiliare del PD, corroborate da calcoli incontestabili, che tendevano a rendere meno gravosa la tassazione sulla prima casa, fissando l’aliquota al 3,8 per mille, e sulle abitazioni date in comodato d’uso ai congiunti di primo grado (figli e genitori) proponendo il mantenimento dell’aliquota base nazionale del 7,6 per mille”.

“Il nostro sindaco, però, vestiti i panni del tecnico e dimostrandosi più montiana di Monti stesso non ha voluto sentire ragioni e imposto alla sua maggioranza di adeguarsi al suo diktat “IMU al massimo consentito. E chi se ne frega delle promesse non mantenute, tanto i cittadini sono polli da spennare che poi se ne dimenticano” conclude la nota della minoranza.

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