Cronaca

Inchiesta “Dumper”: Drocchi patteggia un anno e quattro mesi di reclusione

arresto a Vado 017

Vado L. Alla fine, Roberto Drocchi, l’ex funzionario comunale ai Lavori Pubblici di Vado Ligure e ex presidente del Riviera Basket arrestato nell’ambito dell’operazione “Dumper”, ha patteggiato un anno e quattro mesi di reclusione. L’uomo era accusato di corruzione, occultamento di documenti contabili e falso in atto pubblico per un giro di tangenti legato alle sponsorizzazioni sportive. Il patteggiamento è stato definito davanti al giudice Filippo Pisaturo alla presenza del pm Ubaldo Pelosi.

Drocchi esce così di scena, mentre per altre nove persone andrà avanti l’iter del tribunale sulla vicenda delle mazzette che sarebbero state pagate da imprenditori edili per avere un occhio di riguardo sull’assegnazione di appalti per il Comune di Vado.

L’operazione “Dumper” era scattata nella primavera del 2011. Roberto Drocchi, secondo gli inquirenti, intascava tangenti da imprenditori edili in cambio di un via libera per alcune opere pubbliche, fatte passare come urgenti per assegnarle senza gara d’appalto; coinvolti nel giro Andrea Balaclava e Pietro Fotia (per Scavo-Ter) e l’esercente Mario Taricco (quest’ultimo accusato di riciclaggio). I quattro erano stati arrestati dalla guardia di finanza.

Sempre secondo l’accusa Roberto Drocchi, nella sua veste di funzionario dell’ufficio tecnico del comune vadese, riceveva mazzette da Balaclava e Fotia in cambio dell’assegnazione di lavori per l’ente pubblico. In base alla ricostruzione della Procura, per evitare le normali gare di appalto i lavori sarebbero stati fatti passare come “urgenti” anche quando non c’era questa esigenza. Uno dei sistemi adottati da Fotia per versare soldi a Drocchi inoltre sarebbe stata la “sponsorizzazione” della squadra di basket vadese, mentre Balaclava gli avrebbe ceduto delle mazzette direttamente. Per Mario Taricco invece il coinvolgimento sarebbe solo nel “filone” del riciclaggio: avrebbe infatti ricevuto da Fotia del denaro frutto di operazioni inesistenti, incassato con un giro di fatture false.

Quanto al filone “fiscale” dell’inchiesta “Dumper”, sono sei i rinvii a giudizio chiesti dal pubblimo ministero. Per Pietro Fotia e altri cinque imprenditori: Maximiliano Gandolfo, titolare della Cg Quasar di Altare (gli viene contestata anche la bancarotta fraudolenta); Roberto De Maestri, titolare della Società Costruzioni Generali; Mario Taricco, già titolare dell’omonima ditta di ferramenta e duplicazione chiavi in via Giacchero; Andrea Baccino (Bbg Costruzioni) e Vittorio Baghino (Sale Scavi). I sei sono accusati di aver creato un giro di false fatturazioni che avrebbe coinvolto, oltre alla Scavo-Ter, anche le altre aziende che avrebbero fornito documentazioni false per raggirare il fisco.

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