Economia

I liguri ai primi posti in Italia per imprenditorialità artigiana, Savona ottava tra le province

Giancarlo Grasso

Liguria. Secondo i dati Istat e Unioncamere sul primo semestre 2012, la Liguria si conferma tra le regioni a più elevata vocazione per l’artigianato (sesto posto). Tra le province, spiccano Imperia, al quarto posto in Italia, e Savona, all’ottavo, per numero di imprese artigiane ogni mille abitanti.

La Liguria al sesto posto per tasso di imprenditorialità artigiana. È quanto emerge dall’ultima indagine dell’Ufficio studi di Confartigianato, su dati Istat e Unioncamere aggiornati al primo semestre 2012. Dallo studio risulta che nella nostra regione sono 47.801 le imprese attive nell’artigianato, 29,6 ogni mille abitanti. Ci superano per tasso di imprenditorialità artigiana solo la Valle d’Aosta (32,5 imprese artigiane ogni 1.000 abitanti), le Marche (32,1), l’Emilia Romagna (31,9), la Toscana (30,9) e il Piemonte (30,2).

I territori provinciali con il più elevato tasso di imprenditorialità artigiana sono prevalentemente collocati nell’Italia di centro: al primo posto Prato dove si registrano 43,1 imprese ogni 1.000 abitanti. Al 2° posto Fermo con 41,5, al 3° posto Reggio nell’Emilia con 39,2, al 4° posto Imperia con 36,8 (in totale sono 8.185) e (dopo Macerata, Pistoia e Lucca) all’8° posto si colloca Savona con 34,6 (in totale sono 9.963). Genova si piazza al 52° posto con 23.743 imprese artigiane (26,9 ogni mille abitanti) e La Spezia al 55° con 5.910 imprese artigiane (26,4 ogni mille abitanti).

“A livello nazionale – spiega Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – l’artigianato è una componente fondamentale della struttura imprenditoriale italiana. Un’impresa su tre è artigiana e il settore rappresenta poco meno di un quinto dell’occupazione complessiva. La Liguria, in particolare, è una delle culle dell’artigianato, con una concentrazione tra le più alte d’Italia. Dallo studio, emerge che la maggiore incidenza si registra nei piccoli e piccolissimi centri non solo costieri, ma anche dell’entroterra. Un particolare che rende l’artigianato e la microimprenditoria l’ossatura portante dell’economia regionale, dando un apporto fondamentale anche alla tenuta economica dei territori più svantaggiati e facendo da freno allo spopolamento dei piccoli centri. L’amministrazione regionale e le amministrazioni provinciali e comunali dovrebbero tenere in considerazione questi dati per le loro politiche di programmazione e sviluppo”.

Nella classifica dei 50 Comuni italiani con maggiore presenza dell’artigianato, spiccano quattro liguri: Chiusavecchia (Im) al 6° posto, Massimino (Sv) al 12°, Cicagna e Moconesi (Ge) rispettivamente al 39° e 46° posto. Analizzando la presenza nei Comuni fino a 5mila abitanti delle imprese artigiane, tre i centri savonesi nei primi 20 posti: Borghetto Santo Spirito (all’8° posto, con 277 imprese artigiane e un tasso di 52,7 imprese artigiane ogni 1.000 abitanti), Andora (al 13°, con 389 imprese artigiane e un tasso di 50,8 imprese artigiane ogni 1.000 abitanti) e Ceriale (al 19° posto, con 293 imprese artigiane e un tasso di 48,4 imprese artigiane ogni 1.000 abitanti).

Ma cosa può fare un piccolo Comune per incentivare l’artigianato sul proprio territorio? “Per esempio tenere molto basse le imposte locali – spiega Franco Floris, sindaco di Andora e vicepresidente di Confartigianato Savona -. Vengo da una famiglia di tradizione artigiana e so bene quale ricchezza questo comparto rappresenti per il territorio. Pertanto, come amministrazione, abbiamo deciso di non fare pagare l’addizionale Irpef alle nostre imprese, abbiamo tenuto le aliquote Imu su capannoni e magazzini molto basse: per chi è proprietario e svolge attività commerciali e artigiane paga il 6,9 per mille, il 7,8 se è proprietario che affitta ad artigiani e commercianti. Inoltre, alle nuove imprese non facciamo pagare la Tia per tre anni. Piccole misure che, a vedere la nostra posizione in classifica, pare abbiano dato buoni risultati”.

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