Noli. Sarebbe dovuto iniziare questa mattina il processo connesso al caso della frana di via Belvedere a Noli, ma per un difetto di notifica l’apertura del procedimento è slittata ad aprile 2013. A giudizio c’è l’ingegner Giovanni Delfino, che rivestiva l’incarico di direttore del cantiere per la costruzione di 174 box interrati, al quale viene contestata l’accusa di falso ideologico.
Secondo l’accusa, nella perizia tecnica che aveva consegnato al Comune di Noli dopo la sospensione dei lavori (imposta il 12 ottobre 2009), il professionista avrebbe infatti falsamente attestato “la stabilità del cantiere e della zona a monte dello scavo” e anche che non vi erano “fenomeni di dissesto dovuti all’esecuzione delle opere per la realizzazione delle autorimesse interrate”.
Era invece caduta, in sede di udienza preliminare, il4 luglio scorso, l’accusa di disastro colposo della quale Delfino doveva rispondere in concorso insieme ad altre sette persone tra tecnici ed imprenditori. Una sentenza che, una volta lette le motivazioni, è stata impugnata in Cassazione dal pm Chiara Maria Paolucci. L’inchiesta della Procura era partita dopo che, il 14 dicembre del 2009, era stato necessario evacuare per motivi di sicurezza alcune palazzine in via Belvedere (in tutto ventisei alloggi). Erano stati i vigili del fuoco a rilevare che c’era un rischio di crolli per un “grave dissesto statico” e, di conseguenza, il sindaco aveva firmato l’ordinanza di sgombero.
Da lì le indagini che avevano portato ad aprire un’inchiesta per disastro colposo e che ha portato poi al rinvio a giudizio per Delfino. Processo che riprenderà appunto ad aprile prossimo. Per quella data dovrebbe arrivare anche il promunciamento della Cassazione in merito all’impugnazione del pm per la sentenza di non luogo a procedere per il reato di disastro colposo.