Savona. Il pronunciamento del Tar Liguria sul ricorso d’urgenza presentato dalla Scavo-Ter, per ottenere la cancellazione dell’annotazione “positiva” sul certificato antimafia, sorride all’azienda della famiglia Fotia. Ieri il Collegio della seconda sezione del tribunale genovese ha infatti accolto l’istanza cautelare dell’avvocato Franco Rusca, emettendo un’ordinanza sospensiva per tutti i provvedimenti impugnati, tra i quali figura appunto l’interdizione antimafia che era arrivata dalla Prefettura di Savona il 21 giugno scorso.
Di fatto, grazie a questo provvedimento del Tar, gli appalti pubblici già in essere della Scavo-Ter non risultano più bloccati. I giudici del tribunale, che erano riuniti in Camera di Consiglio, hanno poi fissato la discussione nel merito del ricorso alla pubblica udienza del 29 novembre prossimo. Diverse le considerazioni che hanno portato il verdetto ad essere in favore dell’azienda della famiglia Fotia tra cui il fatto che “gli elementi contenuti nell’informativa antimafia del 21 giugno 2012, sulla quale si fonda il provvedimento adottato in via di autotutela dalla Provincia di Savona, non sembrano differire sostanzialmente da quelli riferiti dalla Direzione investigativa antimafia di Genova che, con segnalazione in atti, aveva chiesto l’applicazione di una misura di prevenzione patrimoniale nei confronti dell’odierna ricorrente (la Scavo-Ter ndr) e che il Tribunale penale di Savona, con provvedimento del 14 agosto, ha respinto detta proposta, ritenendo l’insussistenza di elementi atti a convalidare le tesi accusatorie ivi prospettate” come si legge nell’ordinanza del Tar.
Ma i giudici hanno motivato la loro scelta anche dal punto di vista della tutela dei lavoratori: “l’esecuzione del provvedimento di autotutela potrebbe ripercuotersi negativamente sulla situazione occupazionale dell’impresa” hanno spiegato. Tenendo conto di queste premesse quindi la richiesta del legale dei Fotia è stata accolta.