Vado L. E’ arrivata a Vado Ligure volontariamente ed è morta annegata. Sono questi gli unici due punti fermi dell’inchiesta sulla morte di Deresa “Busu” Bizunesh, la sessantenne il cui cadavere è stato ritrovato sabato scorso nel mare di Vado Ligure a circa 600 metri da riva. Dal momento del ritrovamernto del corpo della donna, di origini etiopi e residente a Caraglio, gli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Daniela Pischetola, hanno svolto una lunghissima serie di accertamenti che non hanno però aiutato a chiarire i contorni di una morte, almeno per ora, davvero avvolta nel mistero.
Nemmeno l’autopsia, eseguita a Zinola dal medico legale Lucrezia Mazzarella, ha aiutato a fugare del tutto i dubbi, ma sembra che dall’esame sul corpo della sessantenne qualche indicazione sulle possibili circostanze del decesso siano arrivate. Su questo punto però il riserbo della Procura è massimo e non arrivano conferme sul fatto che sul corpo fossero presenti delle lesioni. Suicidio, incidente, omicidio: per ora tutte le piste restano aperte. Resta da capire anche come la donna possa essere finita a 600 metri da riva: è salita su qualche imbarcazione oppure è possibile che sia stata la corrente a trascinarla così al largo? Interrogativi ai quali, forse, potrà aiutare a dare una risposta un esperto di correnti marine che è già stato interpellato dalla Procura.
Intanto sembra essere stata esclusa l’ipotesi che la donna possa essere precipitata in mare da un traghetto: il suo nominativo non risulta nella lista delle persone imbarcate nelle ore precedenti il ritrovamento del cadavere. Se Deresa Busu fosse caduta in mare da una barca quindi gli investigatori dovranno cercarla altrove. Un altro dei punti oscuri della vicenda rimangono gli spostamenti della donna all’arrivo a Savona. Chiarezza infatti è stata fatta sulle modalità con cui da Caraglio ha raggiunto Vado (pare che gli inquirenti abbiano anche già identificato chi l’ha portata in Riviera), ma da quel momento in poi è buio.
Il fatto che la sessantenne fosse sprovvista di un cellulare tra l’altro complica ancora di più le indagini, visto che gli investigatori non hanno potuto ottenere riscontri dalle celle telefoniche. Un caso insomma con tanti punti oscuri e poche certezze. Proprio su queste gli inquirenti dovranno aggrapparsi per risolvere un caso la cui soluzione è tutt’altro che scontata.