Cronaca

Raid punitivo, la ragazza: “Volevano uno spogliarello”. I vigilantes: “Picchiati da otto persone e minacciati di morte”

Centro Commerciale Il Gabbiano

Savona. Le posizioni di Giuseppe e Luigi L., i due fratelli identificati per l’aggressione avvenuta sabato sera nel centro commerciale il Gabbiano, sono ancora al vaglio degli inquirenti. I due, rispettivamente 50 e 56 anni, padre e zio della ragazza al centro dell’episodio, avrebbero pilotato il linciaggio delle due guardie dell’Ipercoop, alle 20, proprio all’ingresso del reparto commerciale con il flusso ancora attivo della clientela.

La giovane studentessa, Janette L., dal canto suo ha riferito di essere stata importunata dai sorveglianti che, durante i chiarimenti in ufficio, le avrebbero chiesto di fare uno spogliarello. Ma le guardie ricostruiscono l’episodio in altro modo, sottolineando come la discussione si fosse basata soltanto sull’accaduto, con la ragazza implorante per non essere implicata in una vicenda disdicevole per la sua carriera di studi legali.

L’antefatto risale al pomeriggio. La giovane è insieme al findanzato, M.T., tra i banchi dell’Ipercoop. Interviene un sorvegliante contestando al ragazzo il furto di una custodia per l’iPhone. Di qui le giustificazioni di lei e il tentativo di addivenire ad un accordo. Poi le due guardie si trasferiscono in ufficio e qui Janette L. cerca di offrire una mediazione, il pagamento dell’importo dell’oggetto o di una sanzione per evitare la denuncia al proprio fidanzato. Sempre qui, riferisce la stessa, “i vigilantes mi hanno importunato chiedendo di fare uno spogliarello”. Versione negata dai diretti interessati.

E’ intorno alle 20, mezz’ora prima che chiudano le porte del centro commerciale, che si consuma l’epilogo violento. All’accesso dell’Ipercoop si presentano il padre e lo zio della ragazza, chiamando il sorvegliante anti-taccheggio autore dell'”affronto”. Proprio nel corridoio tra la galleria dei negozi e le casse lo strattonano, lo spingono contro una vetrina; spuntano altri spalleggiatori, altre sei persone tra italiani e albanesi, e scatta l’accerchiamento insieme all’assalto. Calci e pugni che procurano alla guardia contusioni poi giudicate guaribili in sette giorni.

Il gruppo di aggressori avrebbe agito anche puntando un coltello di grosse dimensioni, avvolto in carta di giornale, per scoraggiare le reazioni del malcapitato. Sul posto arriva il collega, in divisa, del sorvegliante: anche per quest’ultimo botte e schiaffi, che gli vengono somministrati dopo che qualcuno lo ha immobilizzato (sei giorni di prognosi).

Al termine del raid punitivo, gli assalitori si disperdono fuggendo. Si allontaneranno da corso Ricci con due auto, una delle quali (una Smart) con tanto di logo dell’azienda edile dei due fratelli alla testa della spedizione. La polizia ha identificato Giuseppe e Luigi L., padre e zio della ragazza, che per ora sono destinatari della denuncia avanzata dai vigilantes i quali hanno anche riportato di essere stati minacciati di morte con frasi come “vi veniamo a sparare con la pistola”.

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