Cronaca

Furti in ville ed appartamenti del Savonese: patteggiano due ladri albanesi

Savona. Hanno patteggiato due degli arrestati nell’ambito dell’operazione condotta dai carabinieri del Nucleo Operativo dei Carabinieri di Albenga e ribattezzata “Freeway”, che aveva sgominato una banda specializzata in furti in abitazione. Si tratta di due albanesi, Burim e Altin Markja, di 30 e 29 anni, che erano finiti in manette a Rimini nell’aprile scorso in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Insieme a loro in carcere erano finiti altri connazionali Albert Gjoni (che ha già patteggiato un anno e otto mesi di reclusione), Rahmi Totraku, 27 anni, Latif Muka, di 36, e Sefedin Nikolli, di 20. Alla banda venivano contestati ben diciotto furti a danno di ville ed appartamenti in diverse zone della Riviera: San Bartolomeo al mare, Varazze, Pietra Ligure, Andora, Albissola Marina, Salea e Campochiesa d’Albenga. Da quanto accertato dagli investigatori sembra che il “modus operandi” degli albanesi fosse sempre lo stesso: agivano di notte, solitamente quando le case erano vuote oppure mentre i proprietari dormivano e, soprattutto, agivano quasi sempre nelle abitazioni in prossimità dell’autostrada per agevolare la loro fuga. Secondo gli inquirenti infatti i ladri agivano passando dalle piazzole dell’autostrada: scavalcavano le recinzioni e, una volta messo a segno il colpo, tornavano all’auto e si allontanavano a grande velocità.

Stamattina, davanti al gup Donatella Aschero, Burim Markja ha patteggiato un anno e sei mesi di reclusione ed ottenuto gli arresti domiciliari, mentre Altim è stato condannato ad un anno di reclusione con la sospensione condizionale della pena ed è stato rimesso in libertà. I due albanesi, tra l’altro, erano quasi riusciti ad essere rimessi in libertà dopo l’arresto a causa di un disguido burocratico. La misura di custodia cautelare emessa nei loro confronti era infatti stata ritenuta “inefficace” perché gli atti dell’accusa relativi ai due arrestati non erano stati ricevuti dal giudice entro il termine previsto dalla legge. Di conseguenza, così come indica il codice, il provvedimento era stato considerato nullo. Per rimediare era stata quindi emessa in fretta e furia una seconda ordinanza di custodia cautelare nei loro confronti che era arrivata prima che le porte del carcere si riaprissero davanti ai due Markja.

 

 

 

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.