Varazze. La difesa ha sempre sostenuto che fosse la mamma ad averle innescato finti ricordi: gli stessi con i quali lei ha dovuto convivere tutta la vita, da quando, cioè, a pochi anni d’età, aveva dovuto subire “attenzioni particolari” da un adulto. Eppure all’accusa, così come alla psicologa che ha redatto la perizia, la bimba è sembrata attendibile, intelligente e per nulla confusa. Al punto che il pm aveva chiesto per il suo presunto molestatore 3 anni di reclusione. Oggi, invece, in tribunale a Savona, l’uomo è stato assolto dalla terribile accusa perché il fatto non sussiste.
I fatti contestati si riferivano al luglio del 2008 nel Varazzino e avrebbero visto come protagonisti la piccola e lo zio. Uno zio-orco, sosteneva l’accusa, che un giorno avrebbe abusato della bimba all’interno della macchina di sua proprietà (una Fiat Panda). Palpeggiamenti e baci molesti che, stando al racconto della mamma, la presunta vittima avrebbe confessato immediatamente una volta giunta a casa e che, invece, secondo la difesa, sarebbero stati rivelati in un secondo momento, dopo aver guardato tranquillamente la tv, e sotto l’effetto dell’influenza del genitore.
Una mamma molestata da piccola e che, forse, assistendo a gesti interpretabili, avrebbe rivissuto il trauma e lo avrebbe proiettato sulla figlia: su questa teoria si è basata tutta la difesa dello zio (ad assisterlo, gli avvocati Marco Bertolino e Domenico Oddino). Ed è questa la teoria che ha prevalso in aula.
Senza contare il fatto che anche il rapporto del medico e delle maestre della bambina non hanno mai rilevato i cosiddetti “comportamenti sessualizzati” (pianto, mancanza di sonno, rifiuto del cibo, scarso rendimento scolastico, tutti segnali di un trauma) né segni di violenza sul corpo della piccola.