Vado, il pittore Dario Buscaglia dona al Comune l’opera “La Campagna”

Vado Ligure. Dario Buscaglia resterà a Vado. Non solo nella memoria dei tanti che lo hanno conosciuto ma anche con una sua opera, donata al Comune dalla famiglia del pittore, rappresentato dalla moglie Armanda Siccardi, dal fratello Pierino Buscaglia, dalla cognata Marina Bertolotto e dal nipote Andrea Buscaglia.

È un legame speciale quello che lega Dario, oggi 82enne, e il territorio vadese. Nato e cresciuto a Valleggia, scoprì da giovanissimo la passione per la pittura, ma erano gli anni della guerra, tempi duri nei quali non era possibile dare sfogo al fuoco dell’arte che bruciava dentro. Poi, come in ogni bella storia, il caso ci mise lo zampino: durante il servizio militare, a Verona, il comandante della compagnia affidò a Dario l’incarico di pitturare dei manici di scopa. E fu l’inizio, umile e curioso a un tempo, di un lungo e proficuo cammino, di una passione coltivata anche durante gli anni del lavoro.

All’amore per l’arte si aggiunse anche quello per la moglie Armanda, e, in un’altra felice deviazione del percorso, una volta raggiunta la pensione, Dario si trasferì a Santuario di Vicoforte, nel Monregalese, trovando ulteriori soggetti per la sua arte nelle terre d’origine della moglie.

Con il passare degli anni un po’ la nostalgia e un po’ la salute malferma lo hanno indotto a tornare al mare, alla natia Valleggia, con tutta la famiglia, chiudendo così idealmente il suo lungo viaggio artistico e personale.

Un viaggio iniziato nel 1952 con la prima mostra personale e proseguito per oltre mezzo secolo, portando le proprie opere in giro per l’Italia e per il mondo (ha esposto, tra l’altro, a Milano, Roma, Parigi e Barcellona) ottenendo consensi e aggiudicandosi il Premio Arte Mondadori nel 1992 e nel 1994.

L’ultima mostra alla quale Dario Buscaglia ha potuto partecipare attivamente si è svolta nel novembre 2011 proprio a Vado, a Villa Groppallo. Ancora una volta, quasi un segno. Nel corso della sua lunga carriera Buscaglia ha esplorato diverse tecniche e diversi stili, ma sempre tenendo al centro della propria produzione l’espressione del sentimento umano, visto attraverso la natura e gli oggetti.

Ai tranquilli scenari marini, langaroli e anche montani si contrappongono le tormentate figure umane e umanoidi (come gli spaventapasseri), come a ricordarci la dicotomia e il conflitto tra il mondo naturale e quello interiore.

Quasi a collegare questi due piani servono le numerose porte, altro tema caro al pittore e oggetto di diverse mostre a Mondovì. Realistiche o allegoriche, le porte celano e tengono fuori, ma possono anche unire. Non solo nel mondo reale ma anche in quello dell’anima.

Non chiusura ma totale apertura rappresenta invece il quadro che la famiglia Buscaglia ha voluto donare al Comune di Vado Ligure: “La Campagna”, del 1983, è un olio su tela che, come si può intuire dal nome, raffigura uno scorcio delle colline delle Langhe: un tranquillo angolo di Piemonte per riunire, ancora una volta e indissolubilmente, i due scenari che hanno segnato la vita dell’uomo dell’artista Dario Buscaglia.

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