Cronaca

Pedofilia, la Corte di Cassazione conferma la condanna per don Luciano

Arresto Don Luciano Massaferro

Roma. Le speranze di don Luciano Massaferro, e del suo prestigioso collegio difensivo (che, oltre agli avvocati Mauro Ronco e Alessandro Chirivì, poteva ora contare anche su una presenza eccellente come il professor Franco Coppi, docente di Diritto Penale dell’Università Sapienza, e tra i migliori legali italiani) si infrangono sull’eco di un nuovo pronunciamento, questa volta della Corte di Cassazione. Il processo a carico del sacerdote alassino – condannato in secondo grado a sette anni e otto mesi di reclusione per abusi su una minore – non presenta irregolarità e, dunque, non è da rivedere.

Per i giudici della Cassazione, il procedimento sfociato nelle sentenze di colpevolezza (in primo e secondo grado) si è svolto secondo le regole: giusto l’iter giudiziario che ha portato a considerare don Luciano Massaferro colpevole di aver abusato, in più occasioni, di un’undicenne, sua parrocchiana. La stessa che, per i legali della difesa, non era attendibile ma che, nelle aule dei tribunali, ha sempre avuto chi le ha creduto. Sarebbe dunque vero – e sarebbe stato provato correttamente nelle aule giudiziarie – che il sacerdote le avrebbe messo le mani addosso durante le visite per le benedizioni delle case, e in quel magazzino di sua proprietà che la giovanissima avrebbe descritto nei particolari.

A nulla è servita la strenua difesa degli avvocati di don Luciano che hanno tentato di dimostrare che la sentenza di secondo grado presentasse “vizi logici” che ne avrebbero richiesto la revisione. Ronco e Chirivì hanno sempre sostenuto, ad esempio, che la piccola non fosse con “don Lu” durante quella particolare visita e che, anzi, nel giorni indicato, impegnato in quelle attività, vi fosse un altro prete con un altro bambino. Un bambino che, in aula, avrebbe confermato la propria versione, così come gli abitanti delle case visitate quel giorno. Ma nulla, per i tre gradi di giudizio il parroco è colpevole di abusi sessuali sulla minore. Le prove ci sarebbero tutte.

La sentenza farà nuovamente discutere, in particolare sulle pagine dei fedelissimi di “don Lu” che gli hanno dedicato uno spazio su Facebook e un blog. Una difesa virtuale che, come quella “reale”, pare non essere bastata a capovolgere un risultato confermato in secondo e, ora, terzo grado.

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