Pietra Ligure. Com’è la giornata tipo degli azzurri della vela a Weymouth, sede delle gare olimpiche? Lo spiega il pietrese Luca De Pedrini, direttore tecnico della squadra olimpica della Federvela e tecnico insieme al grande Valentin Mankin delle classi 49er (Angilella – Sibello) e 470 maschile (Zandonà – Zucchetti).
“Per quanto riguarda i recenti appuntamenti – afferma Luca a FederVela News -, terminate le stazze, c’è stata la regata di prova del Comitato per tutte le classi, a cui non tutti hanno partecipato perché da alcuni viene considerata un buon test preparatorio e da altri meno. Personalmente ritengo sia un buon warm up, non tanto per provare il campo, perché non è detto che la prima prova venga poi disputata sullo stesso campo, ma per entrare subito nel clima della competizione”.
“Chi ha deciso di non partecipare alla regata – prosegue – ha potuto comunque allenarsi, ma solo al termine della prova, una regola che resta valida per gli atleti non impegnati in regata durante tutto il periodo”.
Oggi inizieranno le regate che contano e le giornate avranno uno svolgimento molto regolare. “La prima colazione – racconta De Pedrini – si farà tra le 8 e le 8,30 al villaggio, tutti insieme sotto il tendone. Alle 9 apre la base nautica (prima l’accesso non è consentito ndr), dove si armeranno le barche e si terranno i briefing pre-regata. Al primo briefing partecipano il nostro meteorologo della squadra Stefano Gallino e tutti gli allenatori. Durante l’incontro sarà analizzata la situazione meteo, verificate le rilevazioni costanti degli anemometri posti sulle due dighe esterne al campo di regata, si analizzeranno direzione e velocità delle correnti, il moto ondoso, sia generale su tutta l’area, sia quello dettagliato dei singoli campi di regata dove saranno impegnati i nostri atleti”.
“Terminato il briefing – spiega il pietrese -, gli allenatori trasferiranno in modo molto pratico e sintetico, le informazioni necessarie ai loro atleti per poter affrontare la regata nel migliore dei modi. Attorno alle 10, tutti in mare per raggiungere i campi di regata che distano da un minimo di 45 minuti, il più vicino, a un massimo di 75, i due più lontani, uno a sud e l’altro a est”.
Per quanto riguarda i tecnici, a differenza delle altre regate, dove hanno la possibilità di muoversi attorno al campo di regata, tenendosi a debita distanza, il protocollo olimpico impone delle limitazioni.
“Infatti – sottolinea il direttore tecnico – una volta iniziate le procedure di partenza, le nostre imbarcazioni dovranno tenersi in una zona delimitata posizionata sotto la linea di partenza e non potremo più muoverci. Avremo quindi una visuale abbastanza limitata e, anche se i percorsi non sono molto lunghi e le flotte sono meno numerose rispetto a un mondiale o a una qualsiasi altra manifestazione internazionale, le osservazioni risultano più difficili e complicate”.
“Al termine della regata – dice Luca -, prima dell’inizio della prova seguente, avremo l’opportunità di avvicinare l’atleta per fare subito una prima valutazione tecnica. Con lui analizzeremo tutta la regata, la partenza, il primo bordo, le scelte fatte durante la prova e poi forniremo le informazioni utili per la regata seguente. Al termine della giornata, dopo il rientro a terra, terremo un nuovo breefing, molto più approfondito, per il quale avremo a disposizione anche il tracking elettronico (percorso compiuto da ogni imbarcazione durante la regata, ndr) delle regate che dovrebbe essere fornito dagli organizzatori”.
“Con questo strumento – conclude – potremo commentare non solo le regate dei nostri, ma vedere anche cosa hanno fatto gli altri atleti, su tutti i campi e questo ci aiuterà a preparare le regate del giorno successivo”.