Cronaca

Gli uomini della questura bussano alla porta di “don Lu”, e lui: “Non mi nascondo, sorrido al fotografo”. Il saluto dei suoi fedelissimi

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Alassio. Come previsto, a poche ore dalla sentenza della Cassazione gli uomini della Questura – nella persona del vice questore aggiunto Saverio Aricò – hanno bussato alla porta della casa dietro la canonica della parrocchia di San Vincenzo Ferreri, ad Alassio, e hanno portato via don Luciano Massaferro. Non più domiciliari per lui, ma carcere.

Il parroco alassino aveva già pronta la valigia e, per nulla intimidito dalla telecamera e dalle macchine fotografiche, ha seguito le forze dell’ordine. Sorrideva, “don Lu”, come lo chiamano i suoi fedelissimi. Fedelissimi che, oggi, immancabilmente, erano davanti alla casa del loro sacerdote per un saluto e per dirgli di non arrendersi.

“Non è possibile, non ci crediamo” dicevano ad alta voce guardando il loro prete-amico, cercando di mettersi davanti alla telecamera nel tentativo di assicurargli un po’ di privacy. Ma don Luciano non si è mostrato per nulla infastidito. A testa alta, in favor di telecamera, ha esclamato: “Ti sorrido anche, se vuoi”. E poi, rivolto ai suoi “fans”: “Ci rivedremo il prossimo anno. Sto già preparando gli eventi, non preoccupatevi”. E, per tutta risposta, un convinto: “Ti aspettiamo!”.

Un fare spavaldo che stride con il silenzio mantenuto in tutti questi mesi. La delusione di oggi sembra comunque non aver minimamente scalfito la fiducia che i parrocchiani hanno in lui e, questo, forse gli dà forza. Una forza che gli permette di scherzare, di sorridere alla telecamera, di mostrare comunque sicurezza. Nonostante le tre condanne e un’accusa infamante: quella di aver abusato di una minorenne.

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