Cronaca

Crac agenzia “Liguriassicura” di Albenga: imputati verso riti alternativi, processo rinviato

tribunale Savona

Savona. Nuova udienza preliminare questa mattina, davanti al giudice Fiorenza Giorgi, per la vicenda del maxiraggiro nato attorno al crac dell’agenzia “Liguriassicura” di Albenga. Davanti al gup sono imputati Angelo Parodi, di Borghetto, i figli Michael e Mattia, la sua socia Sonia Albano, di Bordighera, Salvatore Galati, di Albenga, Maria Antonietta Galati, di Borghetto.

Di questa storia si erano occupate perfino le telecamere delle Iene che, qualche mese fa, avevano inseguito a lungo Angelo e Michael Parodi, padre e figlio, che si erano accusati a vicenda di essere i protagonisti del colossale raggiro. Polizze Rc Auto false, a centinaia, forse più; un milione e mezzo di euro investiti in polizze vita, spariti nel nulla; il rischio per centinaia di automobilisti che hanno circolato per mesi, in alcuni casi anche anni con i loro veicoli credendo di essere assicurati (e non lo erano). Una maxitruffa che gli inviati di Italia Uno avevano intitolato “Scappati con la cassa”.

Il “grosso” dell’inchiesta, per i soli capi d’imputazione, occupa 33 pagine la cui lettura è illuminante, ancorché prodotta “soltanto” dall’accusa. Ai sei indagati principali viene contestato, ad esempio, di aver falsificato i certificati d’iscrizione al club “Ruote d’Epoca Riviera dei Fiori” per ottenere assicurazioni a prezzi ridotti per inesistenti veicoli d’epoca. Il tutto per circa 250 assicurati.

Soltanto di premi incassati dai clienti e mai trasmessi alle varie compagnie assicurative per polizze Rc Auto, quindi, inefficaci, i Parodi & C. sono accusati di aver intascato circa mezzo milione di euro, raggirando una novantina di assicurati e le stesse compagnie: Milano, Ergo, Quixa, Duomo, Fondiaria. Ma il “colpo grosso” sarebbe stato le polizze vita e gli investimenti. Qui le somme ricevute dai clienti variano dalle poche migliaia di euro a versamenti da 150-200 mila euro alla volta. Sommando i vari capi d’accusa si arriva a un milione e mezzo di euro.

Questa mattina i difensori di alcuni degli imputati hanno manifestato l’intenzione di procedere con riti alternativi (con tutta probabilità chiederanno di patteggiare) e, di conseguenza, il giudice ha rinviato l’udienza preliminare al 26 settembre prossimo.

Nel procedimento, ma in posizione marginale, compare anche il nome dell’avvocato albenganese Alessandro Cocco (assistito dal collega Carlo Manti) che, in un primo momento, sembrava essere coinvolto in un episodio di minacce nei confronti di un investitore, e al quale invece è contestata l’accusa di aver trattenuto la documentazione medica di una cliente.

Il legale, in relazione a questa accusa, aveva precisato così la sua posizione: “Ciò che in realtà è accaduto è che una cliente per la quale seguivo le pratiche inerenti due incidenti stradali, non reperendomi sul cellulare nel mese di agosto, periodo di sospensione feriale dei procedimenti giudiziari quindi per gli avvocati ferie, presentava denuncia qualificata quale appropriazione indebita di documentazione medica. Nel mese di settembre, preso contatto con detta cliente, chiarivo con la stessa la situazione e ricevevo conferma dell’incarico. Procedevo infatti alla definizione di una delle due pratiche ed instauravo azione giudiziaria per la seconda. La stessa cliente mi confermava la remissione della querela portata avanti dalla Procura in quanto procedibile d’Ufficio”.

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