Chiusura uffici postali: dibattito in Consiglio regionale

poste, ufficio postale

Liguria. Gino Garibaldi (Popolo della libertà) ha illustrato un’interrogazione sul piano di riorganizzazione degli uffici postali che prevede sul territorio nazionale la chiusura di 1156 sportelli e la razionalizzazione di altri 638, con la conseguente riduzione degli orari di apertura.

Il consigliere ha sottolineato che sul territorio ligure questo ridimensionamento riguarderebbe il servizio fornito in 43 comuni: 19 in provincia di Savona, 12 nella provincia di Genova, 11 in quella della Spezia ed 1 ad Imperia. “Se questa riduzione venisse confermata, verremmo a trovarci in una situazione molto grave in quanto, vista la conformazione del territorio e l’invecchiamento della popolazione, la chiusura di così tanti uffici postali comporterebbe gravi e seri disagi ai residenti, in particolare agli anziani, e un aggravio di lavoro per gli uffici dei centri maggiori a causa dell’aumento di afflusso degli utenti, con lunghe code. Tutto ciò comporterebbe, alla fine, un calo di efficienza”.

Gino Garibaldi ha ricordato: “Al contrario di quanto sta succedendo attualmente, erano state fatte delle proposte, anche dal nostro gruppo, per favorire, soprattutto nelle zone meno accessibili e disagiate dell’entroterra e nei Comuni svantaggiati, l’erogazione dei servizi di pubblica utilità, servizi indispensabili per i cittadini, anche attraverso la sottoscrizione di convenzioni con soggetti privati o pubblici, che già erogano servizi similari. Il Comune di Beverino, per esempio, ha stipulato con “Poste Italiane S.p.A.” un accordo per la consegna a domicilio di medicinali alla popolazione residente con un risultato molto soddisfacente”. Il consigliere, quindi, ha chiesto alla giunta se le notizie relative alla razionalizzazione siano da ritenersi fondate e se “Poste Italiane” abbia veramente intenzione “di portare avanti questo disastroso e sconcertante nuovo piano di riorganizzazione degli uffici postali”, quali azioni l’amministrazione intende intraprendere per “evitare che vengano prese decisioni impopolari per il territorio che penalizzerebbero fortemente la vita di molti nostri cittadini e quali forme di aiuti agli enti locali intenda reperire per mantenere la presenza, anche come simbolo dello Stato italiano, degli uffici postali sul territorio, nella prospettiva della loro trasformazione in centri multi-servizi”. Garibaldi ha ricordato che il Pdl si è fatto promotore della proposta relativa all’attribuzione di nuovi servizi, quali la consegna di farmaci a domicilio, ai piccoli uffici postali dell’entroterra.

Per la giunta ha risposto l’assessore all’agricoltura, Giovanni Barbagallo: “Abbiamo un protocollo d’intesa con il Ministero delle Poste e Telecomunicazioni: ogni volta che ci sono piani di riorganizzazione si fanno degli incontri. Così è sempre avvenuto in questi ultimi due anni e anche in tempi recenti da questi confronti abbiano ottenuto risultati positivi. In genere Poste italiane non ha alcuna intenzione di smantellare la sua organizzazione capillare e preferisce effettuare un ridimensionamento dal punto di vista degli orari di apertura. Questo orientamento ci aiuta a trattare”. L’assessore ha spiegato che le notizie che si stavano diffondendo nelle prime settimane di luglio avevano però allarmato anche lui: “Ho immediatamente scritto alla Direzione Nord Ovest delle Poste, per comprendere che cosa stava accadendo, per avere dei chiarimenti” e ha aggiunto che la risposta ottenuta dalla Direzione Nord Ovest è tesa a rassicurare: si era trattato semplicemente di un report, una sorta di monitoraggio da effettuare periodicamente sulla situazione capillare degli sportelli. “Questo non vuole certo dire che alcuni sportelli verranno chiusi”, ha detto l’assessore che ha però ribadito la necessità di tenere sempre alta la guardia, visto il ruolo importante, sociale, svolto soprattutto nell’entroterra dai piccoli uffici postali.

Garibaldi ha insistito sulla necessità di trasformare i piccoli uffici postali in centri multi-servizi, come antidoto contro la chiusura.

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