Economia

Bitron, contratto metalmeccanici: assemblee Fim e Uilm, critiche dalla Rsu-Fiom

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Savona. Critiche della Rsu-Fiom Cgil dopo le assemblee di Fim e Uilm alla Bitron di Savona per la presentazione di rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici. “Noi siamo per un contratto unitario, lo mettiamo anche nero su bianco, ma non si può estromettere i lavoratori ancora una volta mettendo nelle mani dei soli iscritti di Fim e Uilm (in Bitron circa 7 su un totale di 270 lavoratori) il rinnovo di un contratto nazionale, in quale democrazia si accetterebbe una situazione del genere” dice Giorgio Bonorino della Rsu-Fiom Cgil.

“Abbiamo dato lo spazio a Cisl e Uil di poter presentare la piattaforma pur avendo avuto una comunicazione “del giorno prima”…., nel rispetto delle più elementari logiche di democrazia, i lavoratori hanno ascoltato attentamente , ma è difficile dimenticare che nel 2009 le stesse sigle hanno firmato un accordo praticamente “sopra” ad uno precedente, come non si sono dimenticati neppure che non lo hanno fatto neppure votare. Mi ricordo anche quella bella iniziativa di raccolta firme che abbiamo presentato a queste sigle con la richiesta di una consultazione referendaria” aggiunge l’esponente della Rsu.

“Oggi si replica con un analogo metodo quasi una prassi , in un clima economico – industriale sempre di grande crisi e incertezza (nel 2009 la maggior parte dei dipendenti Bitron era in cassa integrazione) noi della Fiom abbiamo presentato e discusso con i lavoratori la piattaforma di rinnovo contratto già a inizio 2012 con un esito più che positivo esito che è il risultato di una consultazione di tutti i lavoratori iscritti e non, al sindacato”.

“Molti lavoratori non hanno partecipato all’assemblea, credo per protesta, anche se noi come Rsu Fiom abbiamo dato consiglio di partecipare perché riteniamo sia giusto non avere mai una pregiudiziale di rottura, pur sapendo dell’assenza della consultazione. Siamo al primo anniversario della firma dell’accordo del 28 giugno dove all’interno c’era anche la certificazione del numero degli iscritti dei sindacati di categoria, ovviamente per darne il giusto peso nella contrattazione, ma nei fatti lo stesso è stato messo da parte. Personalmente non sono in linea su quell’accordo, ma se ciò può servire a far cessare quella logica di accordi separati di stampo privatistico “digeriti dai lavoratori” e ristabilire il principio di pluralismo democratico nei luoghi di lavoro, allora lo si applichi in toto, anche se da quello che abbiamo appreso nelle assemblee non ci siano spazi di manovra su questo campo” conclude Bonorino.

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