Celle Ligure. L’hotel Marina e Villa Adele di Celle sono le due strutture ricettive al centro della compravendita che gli inquirenti giudicano sospetta nell’ambito dell’inchiesta che ha portato agli arresti Alessandro Porro, commercialista albisolese, accusato di bancarotta fraudolenta per distrazione, frode fiscale e falso ideologico e materiale. In particolare, gli investigatori hanno riscontrato che nella compravendita delle due strutture alberghiere a Celle Ligure venivano interposte fittiziamente alcune società create ad hoc tra i proprietari degli immobili e le società di leasing acquirenti finali dei beni, al solo scopo di assoggettare le operazioni di compravendita ad Iva anziché ad Imposta di Registro, per poi ometterne il conseguente versamento del tributo ed appropriarsene.
Domani l’amministratore della Finpor sarà interrogato. Le indagini, coordinate e dirette dal sostituto procuratore della Repubblica Giovanni Battista Ferro, iniziate nel 2008, hanno avuto una svolta nel giugno dell’anno scorso con la procedura fallimentare della società: dai successivi accertamenti è emerso un ingegnoso meccanismo truffaldino attraverso il quale il professionista si sarebbe appropriato di oltre 3 milioni di euro a danno dell’erario.
A carico di Alessandro Porro anche il resto di falsità materiale ed ideologica in quanto, ingannando un notaio savonese incaricato della stesura di due atti, avrebbe falsificato scritture societarie, alterato documenti contabili nonché occultato la propria regia tramite l’interposizione di finti amministratori.
“Quale amministratore della società distraeva, occultava o comunque dissipava la somma di circa 3 milioni di euro, con conseguente dichiarazione di fallimento”: questo l’esito dell’indagine condotta dalla guardia di finanza. Successivamente, per rendere inefficace la procedura di riscossione coattiva del debito, avrebbe alienato e distratto numerosi beni societari nonché avrebbe intestato a soggetti nullatenenti le quote societarie già fittiziamente detenute. Inoltre, dagli accertamenti di natura fiscale che ne sono scaturiti, sono state accertate numerose violazioni tributarie Iva ed imposte dirette per oltre 23 milioni di euro.