Cronaca

Savona, nave mercantile non in regola fermata in porto dalla Capitaneria

Savona. Nel corso di un controllo effettuato a bordo del mercantile “Faina”, di bandiera Belize (l’ex colonia dell’Honduras britannica), in sosta nel porto di Savona, sono emerse diverse irregolarità relative alle condizioni di sicurezza strutturale della nave, alle dotazioni di bordo e alle condizioni di vita e di lavoro del personale; l’insieme di tali deficienze, alcune di una certa gravità, ha permesso agli ispettori della Capitaneria di Porto di disporre il fermo della nave in banchina fino a quando le condizioni di navigabilità della stessa non saranno ripristinate; è stata anche irrogata una sanzione di circa 750 euro.

La nave è giunta ieri nel porto di Savona, proveniente dalla Libia, con un serio danno allo scafo, conseguenza di una collisione avvenuta durante lo scalo precedente ma non denunciata ufficialmente; sono state inoltre riscontrate irregolarità relative al sistema antincendio, alle luci di emergenza e alle condizioni di conservazione delle provviste di bordo destinate ai marittimi imbarcati, nonché la totale mancanza di carte di bordo.

Gli ispettori si erano recati a bordo della nave Faina ai sensi del “Memorandum di Parigi”, accordo internazionale che obbliga gli Stati comunitari, a seguito di segnalazione dell’Emsa (l’Agenzia Europea per la sicurezza della navigazione) ad ispezionare le navi straniere che giungono nei propri porti nazionali, da cui l’acronimo PSC, Port State Control, “controlli dello Stato del porto”; sono cioè controlli aggiuntivi rispetto a quelli che, a scadenze regolari, vengono effettuati da ogni amministrazione sulle proprie navi di bandiera.

Grazie al Memorandum di Parigi, sottoscritto nel 1979 e poi più volte emendato e rafforzato, in ultimo con le modifiche entrate in vigore il 1° gennaio 2011, sono diventati frequenti ed efficaci le ispezioni a bordo delle navi di quei paesi che non rispettano pienamente le normative internazionali in materia di sicurezza della navigazione e del lavoro a bordo, con un sistema di premi-punizioni che rende più frequenti i controlli delle unità battenti bandiera di paesi inseriti nelle cosiddette “black list”, in cui si ritrovano gli Stati le cui navi vengono più volte fermate e detenute a causa di deficienze riscontrate. A seguito di più fermi e detenzioni si può arrivare anche alla messa al bando definitiva della nave dai porti della Comunità europea.

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