Borgio V. Nuova udienza questa mattina del processo che vede a giudizio Michele “Romano” Cetriolo ed altre otto persone (Armando Tortelli, Fabrizio Toselli, Irene Quaglia, Mario Langhetti, Adriano Mortarelli, Bruno Piave, Fabio Domenicale ed Enrico Gozzi) per una storia di usura. Nel corso dell’udienza sono stati sentiti alcuni testimoni tra cui Bruno Piave. Il processo è stato poi rinviato al prossimo 10 ottobre.
Nella scorsa udienza era stato invece sentito proprio Cetriolo che aveva spiegato: “E’ vero, ho prestato soldi ad alcuni amici perché me li avevano chiesti e ne avevano bisogno, ma non ho certamente applicato interessi a usura. Avevo disponibilità di denaro perché avevo molte macchinette videopoker a noleggio in tutta la provincia, e rendevano parecchio, anche 4-5 milioni di vecchie lire al giorno”.
Difeso dall’avvocato Giovanni Ricco, Cetriolo ha più volte fatto precisazioni alle accuse che gli venivano mosse, ad esempio sottolineando che a una data persona, “mio amico”, aveva prestato “venti e non 17 mila euro”. Per un altro amico di vecchia data il prestito fu invece di 30 mila euro “sempre senza interessi a usura”. Invece a Mauro Baglietto, il macellaio che si suicidò perché oberato di debiti e interessi (e grazie al suo taccuino con nomi e cifre scattò l’inchiesta), stando al capo d’imputazione Cetriolo prestò “soltanto” 2950 euro.
“Perché allora, quando ottenne i domiciliari, lei accettò di risarcire i danni agli eredi della vittima con 25 mila euro, più 10 mila ad altre due persone?” gli aveva chiesto il pm Daniela Pischetola. “Perché mi avevano detto chiaro e tondo che senza risarcimento sarei rimasto in cella” ha risposto Cetriolo.