Cronaca

Maturità, Aristotele manda in crisi gli studenti ingauni: “Ma di che parlava la versione?”

Albenga. C’è chi temeva Demostene, chi ha sognato Tucidide e chi, leggendo le righe di Aristotele, s’è messo le mani nei capelli. E’ un pessimismo cosmico quello che assale gli studenti del liceo classico ingauno alla conclusione della seconda prova scritta.

Versione di greco e un testo – che i ragazzi definiscono “astratto”, con alcuni periodi “intraducibili” – dal titolo “Non il caso ma la finalità regna nelle opere della natura”. Di Aristotele, appunto. “Non eravamo preparati a questa evenienza. E s’è visto” dicono i maturandi albenganesi.

“E’ andata malissimo” la frase più ripetuta dagli studenti che scacciano, con un riso liberatorio, la tensione della mattinata. “Speravamo in un testo più semplice – dice una studentessa dai singolari capelli verde-azzurro insieme alla collega dalla chioma rossa – Comunque l’abbiamo completata. Come mi sono sembrati i miei compagni? Alcuni più sconvolti di altri!”.

“Non ho ancora ben chiaro quale argomento trattasse la versione: il caso, la natura… ma in modo molto astratto. Ancora adesso non lo so” ripete uno studente impegnato a confrontarsi con gli altri. “Ma sì, io sono sempre andata male di greco, per cui continuo su quella strada!” dice rassegnata una studentessa. “Io invece pensavo peggio – è la voce fuori dal coro – Demostene, ad esempio, è un autore ancora più ostico. Anche se stanotte ho sognato di imbattermi in un testo di Tucidide: non è andata così”.

E ora i programmi pomeridiani ruotano tutti intorno ad un unico scopo: oziare. In vista della terza prova di lunedì.

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