Politica

Dispersione scolastica, 4mila studenti liguri non arrivano al diploma. Rossetti: “Potenziare le politiche di orientamento”

studenti

Liguria. Strategie per contenere un fenomeno allarmante come quello della dispersione scolastica e per promuovere l’integrazione scuola-aziende in modo da preparare i ragazzi al mestiere di domani: queste le priorità della Regione Liguria sul tema “scuola-formazione-lavoro”.

Secondo i dati Istat sono quattromila i giovani liguri in età di scuola dell’obbligo che non riescono ad arrivare ad ottenere un titolo di studio, ed è su questo dato che ragiona l’assessore regionale Pippo Rossetti.

“Abbiamo svolto una ricerca sui ragazzi di terza media e concentrata su scuole professionali liguri, dove appronda circa un terzo di ragazzi che hanno avuto problemi e dove il numero delle dispersioni è alto, per vedere quali siano gli elementi che portano alla dispersione scolastica – premette Rossetti – Abbiamo realizzato colloqui e focus cui hanno partecipato 1500 ragazzi e siamo arrivati a capire ciò di cui c’è bisogno. Dobbiamo mettere a sistema e potenziare le politiche di orientamento: queste vengono svolte dalle scuole nella loro autonomia e dalle province con delega, e ora deve mettersi in campo anche la Regione in modo da costruire un sistema che consenta alle famiglie e ai ragazzi di scegliere un percorso di studi più preciso”.

“Da questa ricerca risulta che, erroneamente, le famiglie puntino sui licei e non sugli istituti tecnici e professsionali. Un altro errore è che, in quest’ultimo tipo di scuole, si sono ridotte le ore di laboratorio – continua Rossetti – Secondo l’Istat sono 4mila i ragazzi che abbandonano gli studi senza arrivare al diploma, secondo un’altra ricerca sono tremila: in ogni caso è un dato drammatico. Il fenomeno dell’immigrazione va invece approfondito”.

“La Regione ha quasi impegnato il 60% del Fondo Sociale Europeo che scade come settennio nel 2013 ma che ha come coda rendicontativa il 2015, e stiamo programmando i prossimi sette anni dove l’Europa sta progettando nuovi finanziamenti Fse dando maggiore libertà di manovra. In questo caso potremo dare vita a una maggiore integrazione tra mercato del lavoro e formazione, che poi è il nostro obiettivo”.

“L’attuale dibattito sulle politiche del lavoro in ambito nazionale ha una grave pecca: si parla di apprenditsatato e tirocinio e non di formazione professionale in azienda. Oggi in Germania vogliono sapere quali siano le esperienze sul mercato del lavoro dei ragazzi, mentre in Italia c’è una divisione troppo netta tra periodo di studio e di lavoro. Abbiamo bisogno, magari attraverso strutture come i poli di ricerca, di una più stretta collaborazione tra istituti e aziende”.

“I venti milioni di fondo sociale europeo rientrano nel ‘Progetto giovani’ e saranno investiti per potenziare le politiche dell’orientamento – precisa l’assessore regionale – Abbiamo poi la necessità di aumentare tutti gli strumenti messi in campo dalle Province per la formazione all’interno delle aziende, così come di potenziare l’apprendistato: possiamo contare non solo sul Fse ma anche su 4 milioni e mezzo di fondi statali. Ad esempio esiste il settore della green economy su cui investire, ma in Liguria si registra un ritardo di competenze, sia per manodopera e progettazione, che ci taglia fuori dai giochi. Insomma, dobbiamo potenzire la filiera formativa e aumentare le risorse per costruire competenze nuove”.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.