Liguria. “Non è facile oggi chiedere agli imprenditori, piccoli o medio piccoli, di chiudere l’azienda e venire a manifestare, anche da fuori Genova. Non si ha ricordo di una manifestazione degli artigiani: eppure oggi – con coraggio – lo abbiamo loro chiesto e siamo qui. Le aziende hanno risposto, compatte, in silenzio, in ordine, per dire che ci sono e che vogliono attenzione, perché rappresentano l’economia reale: il 99% delle imprese in Liguria sono come queste che oggi manifestano in piazza”. Queste le parole del presidente della Cna ligure Marco Merli, con gli artigiani che hanno protestato davanti alla Regione e Prefettura di Genova.
“L’abbiamo chiesto perché vogliamo esigere a gran voce che qualsiasi politica per lo sviluppo e per l’occupazione sia accompagnata da norme che garantiscano alle risorse di giungere davvero al mondo delle micro imprese. Abbiamo visto cos’è accaduto con il credito: i soldi sono arrivati alle banche ma il risultato è che le piccole imprese hanno ancor più difficoltà a reperire il credito. I giovani hanno possibilità nulle, le donne pagano fino al 30% in più di interessi e devono dare più garanzie. Si parla ora di 80 miliardi di euro, che però non sono stanziamenti reali, ma semplici stime di risorse che verranno liberate come finanziamenti aggiuntivi! Noi vogliamo che questi finanziamenti si riversino anche sulle piccole imprese e che sia rinforzato il ruolo dagli Enti territoriali”.
“Il Decreto Sviluppo è un passo. Vi sono in esso azioni che vanno nella direzione giusta (la sospensione del sistema di tracciabilità dei rifiuti, il SISTRI, gli incentivi alle imprese che lavorano nel campo delle energie rinnovabili e quelle all’edilizia, ad esempio) ma è necessario ottenere molte più certezze. Ad esempio gli incentivi alle rinnovabili devono essere previsti per più anni per aumentare gli investimenti. Questo decreto indica anche altre importanti strade, in particolare quelle della razionalizzazione dell’azione pubblica: chiediamo agli Enti Pubblici di seguire da subito l’esempio nel taglio di spese inutili, riorganizzando la macchina burocratica e razionalizzando le miriadi di società, agenzie ed enti che drenano risorse e tolgono lavoro al libero mercato” aggiunge il presidente Cna.
“Chiediamo da subito la liberalizzazione degli appalti pubblici, che siano resi noti e che tutte le imprese possano partecipare, diciamo basta ad appalti “nascosti”, dati ai soliti noti. Gli appalti pubblici sani potrebbero rinvigorire e dare speranza a migliaia di imprese ed ai loro dipendenti. Chiediamo una severa lotta contro i cancri dell’economia: la corruzione, la malavita organizzata, il sommerso e l’evasione fiscale. Se non affrontiamo tutti assieme questi cancri, l’area grigia della tolleranza e della rassegnazione dovuta alla disperazione della mancanza del lavoro farà dilagare questi fenomeni. Le piccole imprese sono terreno facile per l’usura ed è questione di un attimo diventare catena di trasmissione del malaffare, come etica del sopravvivere, cioè chiudere gli occhi, tapparsi il naso e dire di sì a qualsiasi compromesso. “Comprare” una piccola impresa infatti è davvero facile, soprattutto dopo averla strozzata con l’usura: ma se la malavita organizzata entra ancor di più nelle nostre imprese dilagherà senza controllo. Questo è il nostro grido di allarme” conclude Merli.