Cronaca

Tribunale di Albenga: l’Associazione Magistrati di Savona scrive al ministro Severino per invocarne la soppressione

tribunale albenga

Savona. Per portare avanti un lavoro di qualità è opportuno scegliere la via dell’accentramento e poi occorre tenere conto del fatto che mantenere due sedi distaccate produce un aumento esponenziale dei costi. E’ questo, in estrema sintesi, lo spirito che traspare dal documento che la sezione dell’Associazione nazionale magistrati di Savona, riunitasi in assemblea, ha elebaorato per motivare la loro richiesta di soppressione della sede distaccata di Albenga del tribunale di Savona. La lettera in questione è già stata inviata al Ministro della Giustizia Paola Severino Di Benedetto.

I magistrati savonesi rilevano l’importanza di “accorpare l’amministrazione della giustizia in uffici di dimensione adeguate, dotati di biblioteche, attrezzature e possibilità di specializzazione e di scambio tra magistrati; la necessità, per quel che conceme i servizi amministrativi, di una aliquota di personale di consistenza tale da renderla compatibile con la presenza di una figura dirigenziale adeguata e con l’esigenza di una altrettanto indispensabile specializzazione, non disgiunta dalla possibilità di scambio e alternanza nei ruoli, sia ai fini della crescita professionale, sia ai fini delle economie di scala nella gestione del personale medesimo, evitando le rigidità derivanti dai servizi affidati giocoforza ad una sola o poche persone, non sostituibili e non spostabili da una sede all’altra”. Una serie di obiettivi che, secondo l’Associazione, sono difficilmente realizzabili a Savona se verrà mantenuta la sede distaccata di Albenga.

I magistrati nella lettera al Ministro spiegano che, a loro giudizio, nel caso del tribunale di Albenga non sussistono particolari esigenze tali da giustificare l’eccezione rispetto alla regola generale. Una posizione che motivano ed argomentano attraverso dodici punti nei quali si evidenzia che nemmeno quelli che sono comunemente definiti come “servizi al cittadino” possono essere ritenuti validi argomenti per mantenere la sede di Albenga.

In particolare si fa notare che “una struttura duplicata non può conseguire economie di scala, ma comporta maggiori oneri organizzativi di costi fissi più che proporzionali rispetto alla somma delle diverse dimensioni; vi sono costi aggiuntivi di trasporto dei fascicoli e di spostamento delle persone da una sede all’altra, oltre ai tempi lavorativi impiegati nel viaggio; duplicano le spese di archivio, riscaldamento, iliuminazione, custodia, manutenzione e guardianaggio; i veri servizi al cittadino, invocati dai sostenitori del mantenimento della sezione distaccata, cioè quelli ‘di sportetlo’ (casellario, carichi pendenti e similia) e quelli cui facilmente presenziano le parti senza ministero di difensore, sono a Savona, mentre le udienze, che sono il vero evento una tantum nella vita delle persone, si celebrano ad Albenga”.

Mantenendo le due sedi inoltre – sempre secondo i magistrati – si genera una moltiplicazione delle finte questioni di competenza territoriale, che tali non sono, ma vengono trattate come se lo fossero, con ulteriore dispendio di mezzi processuali e ritardo nella definizione degli affari; aumentano consequenzialmente le difficoltà organizzative, per la necessità di prevedere anticipatamente ed in maniera astratta (obiettivo concretamente impossibile, come sanno tutti gli operatori giudiziari) tutte le sostituzioni negli spostamenti dalla sede principale alla sede distaccata, assicurando nell’una e nell’altra un adeguato presidio di personale, in quantità numerica certamente maggiore rispetto all’ipotesi in cui tutti i servizi siano concentrati nello stesso luogo”.

La lettera dell’Associazione Nazionale Magistrati di Savona si conclude con l’auspicio che la richiesta di soppressione della sede distaccata venga accolta perché “lo squilibrio tra i due interessi in gioco – da un lato il funzionamento più efficace della giurisdizione accompagnato da una razionalizzazione dei costi, dall’altro il disagio occasionale imposto al singolo – è macroscopico”.

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