Cronaca

Savona, Confesercenti licenzia dipendente senza attivare ammortizzatori sociali: Cisl all’attacco

Simone Pesce, Fisascat Cisl di Savona

Savona. Confesercenti licenzia senza attivare ammortizzatori sociali in deroga. E’ questa la denuncia della Fisascat Cisl di Savona dopo aver appreso la notizia che la società di servizi della Confesercenti, che da qualche tempo sta attraversando forti difficoltà, ha proceduto con il licenziamento di una dipendente senza utilizzare l’opportunità concessa dagli ammortizzatori sociali in deroga.

“Nonostante le pressioni del sindacato per individuare soluzioni meno traumatiche o comunque per attivare strumenti di tutela ed accompagnamento per gli eventuali esuberi, si è arrivati a questa soluzione. Pur comprendendo la situazione di difficoltà che sta attraversando l’azienda – spiega Antonio Bisceglia componente della Segreteria FISASCAT CISL di Savona – non è spiegabile l’urgenza con la quale si è voluto procedere ad un licenziamento senza tentare strade meno traumatiche e soprattutto condividere un piano di riorganizzazione graduale”.

“Si sarebbe potuto procedere ad un piano di rientro progressivo per il recupero delle retribuzioni ancora pendenti e gestire gli eccessivi costi nonché la contrazione dell’attività con un periodo di cassa integrazione in deroga prima di procedere ad un licenziamento senza neppure l’apertura di una procedura di mobilità in deroga in favore della dipendente allontanata. Non è servito neppure il tentativo di mediazione del Segretario Generale della Fisascat Cisl di Savona Simone Pesce per far propendere per soluzioni meno estreme” aggungono dal sindacato.

“Attivare un periodo di cassa integrazione in deroga sicuramente non rappresenta la soluzione definitiva al problema ma certamente può concedere una gestione temporanea degli esuberi, un contenimento dei costi e tempo utile ad individuare ulteriori interventi per rilanciare l’attività dell’azienda. Purtroppo la modalità utilizzata nonché la scelta individuata dall’azienda non può che trovarci in disaccordo e far presagire nulla di buono anche per il futuro di chi continuerà a lavorare per la società” aggiunge Bisceglia.

“A questo punto, se non ci saranno aperture da parte della direzione rispetto all’individuazione di soluzioni alternative che consentano quantomeno maggiori tutele per le persone da licenziare, la tutela della lavoratrice non potrà che passare per le vie legali ritenendosi esaurite le procedure sindacali di conciliazione” conclude il segretario Fisascat Cisl.

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