Cronaca

Savona, accusati di aver tentato di comprare uno yacht con assegni rubati: assolti

salone nautico

Savona. Erano stati rinviati a giudizio per truffa per aver – questa era l’accusa – acquistato uno yacht, il “Lillibeth”, con del denaro preso direttamente dai conti dell’azienda lombarda, la “C.R. Costruzioni srl”, per la quale lavoravano. A finire nei guai, dopo la denunce presentate dalla venditrice della barca e dall’amministratore unico della ditta (che aveva denunciato il furto dei titoli di credito) erano stati in due: Salvatore Abate, 48 anni, e Graziella Maria Carrus, di 55.

Per entrambi gli imputati (assistiti dagli avvocati Valeria Malfatti e Andrea Argenta) però, questa mattina, è arrivata una sentenza di assoluzione “perché il fatto non sussiste”. Secondo quanto sostenuto dalla difesa infatti i due, nell’aprile 2008, avrebbero consegnato due assegni, per un importo totale di 17500 euro (regolarmente incassato), alla proprietaria dello yacht, ma poi non avevano finito di saldare il conto perché si erano resi conto che lo scafo della barca era danneggiato. Nel frattempo era arrivata la denuncia di furto degli assegni e quella di truffa.

Dalle testimonianze ascoltate in aula è emerso anche che, effettivamente, gli imputati erano gli amministratori di fatto della società “C.R.” e, di conseguenza, avevano la possibilità di gestire gli assegni. Per questo i difensori hanno sostenuto che l’accusa di furto non potesse reggere. Una tesi che, evidentemente (le motivazioni non si avranno prima di qualche settimana), è stata accolta anche dal giudice che li ha assolti.

Più informazioni

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.