Cronaca

Raffica di furti nella auto in sosta nelle aree di servizio, arrestati due specialisti: colpivano soprattutto a Varazze

Varazze. Sono stati presi dalla polizia stradale di Genova, ma agivano soprattutto sul territorio savonese. Si tratta di due napoletani di 30 e 40 anni che sarebbero gli autori di numerosi furti compiuti ai danni di ignari automobilisti lungo le nostre autostrade. Quella preferita era però l’Area di Servizio “Piani d’Invrea” di Varazze. Un grande posteggio, infatti, accoglie i tanti avventori dell’Autogrill che sono stati vittime più volte della destrezza dei due topi d’auto.

Gli uomini della polizia stradale di Genova Sampierdarena erano però da tempo sulle loro tracce e monitoravano costantemente quelle zone in tutte le ore del giorno e della notte. Venerdì mattina proprio una di queste pattuglie di agenti in borghese nota l’auto a cui gli uomini del comandante Giuseppe Rappa davano la caccia: una Renault Scenic grigia che spesso era stata avvistata e notata in occasioni di inspiegabili furti presso le Aree di Servizio del Nord Italia.

Le vittime erano sempre certe di aver chiuso la propria macchina a chiave, o meglio con il telecomando, e malgrado il furto patito non si trovavano mai segni di scasso sulla loro auto. Si era pensato quindi ad una banda che utilizzava un Jammer, un dispositivo capace di neutralizzare le onde radio delle chiavi delle vetture inibendone così la chiusura.

Ma la scena alla quale assistevano gli investigatori della Stradale, nascosti tra le auto nel posteggio dell’Area di Servizio di Varazze, questa volta non era così “tecnologica”: i due uomini napoletani a bordo della loro Renault posteggiavano vicino ad una Mini rasentando la fiancata destra di quest’ultima. Mentre l’ignaro conducente scendeva dalla sua auto e la chiudeva con il telecomando già pregustando un caffè, una mano spuntava dal finestrino sinistro dalla Scenic per alzare la maniglia della porta del passeggero della Mini. In questo modo quella porta rimaneva aperta non rispondendo al comando di chiusura.

Il complice nel frattempo scendeva dalla Renault e seguiva il derubato all’interno del bar avvisando con il telefonino il complice che la loro vittima era ormai lontana dalla sua macchina. “Arresto in flagranza” si chiama in gergo tecnico quello che vede la Polizia cogliere il ladro con le mani nel sacco: gli uomini della Stradale arrestavano infatti il primo topo d’auto mentre era intento a sottrarre un computer dall’interno della Mini, poi pensavano al complice che usciva dal bar già pregustando il bottino.

I due, una volta in manette, hanno confessato altri furti compiuti in quella zona ma ciò che più ha sorpreso gli agenti è stato quello che hanno trovato all’interno della Scenic. In uno scomparto nascosto sotto una botola ai piedi dei sedili posteriori sono stati rinvenuti vari oggetto da scasso facenti parte del normale “necessaire” di un ladruncolo: arnesi, piedi di porco, flessibili e cacciaviti. I ladruncoli però si trasformavano poi in veri professionisti quando da quel ripostiglio segreto uscivano un potente Jammer, un computer portatile, dello spray urticante e delle chiavi di macchine potenti pronte per essere programmate.

Ciò fa pensare che gli arrestati, professionisti e pratici del loro mestiere, avessero a disposizione diversi e svariati metodi per perpetrare i loro colpi. Nella convinzione che la stradale, oltre che la circolazione, abbia in questo modo reso più sicura anche la necessaria sosta, dalla caserma di Sampierdarena parte un invito a tutti gli automobilisti a prestare particolarmente attenzione nel momento in cui vogliono fermarsi in Area di Servizio: verificare sempre la chiusura delle portiere ed insospettirsi per l’eccessiva vicinanza di certi soggetti può essere infatti il presupposto per proseguire tranquilli il proprio viaggio.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.