Cronaca

Inchiesta su Fameli, chiesta la revoca degli arresti domiciliari per Clara Magino

Loano. Dopo l’interrogatorio di quasi due ore davanti al sostituto procuratore Danilo Ceccarelli di ieri, oggi per Clara Juana Magino Socualaya, 42 anni, peruviana, convivente di Antonio Fameli, è arrivata una richiesta di revoca della misura di arresti domiciliari. A presentarla è stata il difensore della donna, l’avvocato Francesca Aschero che, in tarda mattinata, ha depositato l’istanza in Procura.

Era stato proprio il legale della Magino a chiedere al pm di ascoltare la sua assistita (nell’interrogatorio di garanzia aveva scelto invece di avvalersi della facoltà di non rispondere) che ieri, davanti al magistrato, avrebbe di fatto dichiarato la sua estraneità ai fatti. “Avevo messo la mia firma su delle carte e so che ero titolare di alcune società che facevano capo ad Antonio, ma io non me ne sono mai interessata. Lui mi aveva chiesto di firmare e io l’ho fatto. Mi fido di Antonio” sarebbe il senso delle parole pronunciate dalla compagna di Fameli. Testimonianza sulla base della quale oggi è stata chiesta la revoca della misura cautelare.

La Magino era stata arrestata insieme a Fameli e all’ex commercialista Carlo Ciccione nell’operazione ribattezzata “Carioca” della Squadra Mobile che ha indagato su un presunto giro di riciclaggio di denaro, che ha di fatto azzerato l’impero immobiliare e societario del faccendiere loanese.

A Clara Magino è contestato di aver fatto da prestanome per una delle società riconducibili a Fameli (la “Arcobaleno Sac”) e poi di essere diventata socio di maggioranza e amministratore della “Las Vegas Sas” che controllava la sala giochi di via Aurelia. Era stata anche indagata di falso in atto pubblico in relazione a un’ipoteca accesa nel 2009 su alcuni immobili della società Pafimo, di cui la Arcobaleno aveva beneficiato.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.